Inquinamento atmosferico a Torino: un allarme smog che non può essere ignorato. La nuova Direttiva Europea sulla qualità dell’aria.

Torino è una città che porta con sé una storia gloriosa, ma anche un’eredità pesante: l’inquinamento atmosferico.

Con l’entrata in vigore della nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, che mira a ridurre drasticamente i limiti di inquinanti come il particolato fine (PM2.5 e PM10) e il biossido di azoto (NO2), la città si trova sotto una lente d’ingrandimento.

Anni di superamenti costanti dei limiti consentiti mettono in evidenza una realtà drammatica: l’aria che respiriamo è stata fuorilegge per anni.

La nuova Direttiva UE e l’aria “fuorilegge” di Torino

La nuova normativa europea stabilisce obiettivi più ambiziosi per la qualità dell’aria, prevedendo una riduzione significativa dei limiti degli inquinanti entro il 2030.

La nuova direttiva europea può essere consultata integralmente qui (Eur Lex).

In sintesi, la nuova Direttiva (UE) 2024/2881, adottata il 23 ottobre 2024, stabilisce standard più rigorosi per la qualità dell’aria nell’Unione Europea, con l’obiettivo di avvicinarsi ai valori guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e di raggiungere l’inquinamento zero entro il 2050.

Obiettivi principali della direttiva:

  • Riduzione dei limiti degli inquinanti entro il 2030: il valore limite annuale per il particolato fine (PM2,5) sarà ridotto da 25 µg/m³ a 10 µg/m³ (Consiglio dell’Unione Europea). Il valore limite annuale per il biossido di azoto (NO₂) sarà abbassato da 40 µg/m³ a 20 µg/m³ (Consiglio dell’Unione Europea).
  • Monitoraggio e valutazione: miglioramento delle metodologie di monitoraggio e modellizzazione della qualità dell’aria per garantire dati più accurati e affidabili.
  • Piani d’azione: gli Stati membri dovranno elaborare tabelle di marcia per la qualità dell’aria entro il 2028, delineando le misure necessarie per raggiungere i nuovi standard entro il 2030 (Consiglio dell’Unione Europea).
  • Accesso alla giustizia e risarcimenti: i cittadini avranno il diritto di chiedere e ottenere un risarcimento quando la loro salute è stata danneggiata a causa della violazione delle norme sulla qualità dell’aria stabilite dalla direttiva.

Per Torino, che già oggi fatica a rispettare gli standard attuali, questa rappresenta una sfida gigantesca.

La città, situata in una delle aree più inquinate d’Europa, la Pianura Padana, è costantemente esposta a livelli di inquinamento che superano quelli considerati sicuri per la salute umana e ormai fuori norma secondo i livelli della nuova direttiva europea – qui i livelli di inquinamento dell’aria in città.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il PM2.5 è responsabile di gravi problemi respiratori e cardiovascolari, con un impatto devastante sulla popolazione più vulnerabile, come anziani e bambini.

A Torino, i dati confermano che queste fasce della popolazione sono le più colpite, con un aumento di malattie croniche e ricoveri ospedalieri.

Le conseguenze dell’inquinamento dell’aria in Italia e a Torino

L’inquinamento atmosferico rappresenta una grave emergenza sanitaria in Italia. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), nel 2020 si sono registrati almeno 238.000 decessi prematuri nell’UE attribuibili all’esposizione al particolato fine (PM2,5) – European Environment Agency’s home page.

Nel 2022, l’Italia ha registrato circa 48.600 morti premature attribuibili all’esposizione al PM2,5, con un tasso di 113 decessi ogni 100.000 abitanti – Inquinamento – Morti premature.

Questo dato posiziona il Paese tra quelli con il più alto numero di decessi legati all’inquinamento dell’aria in Europa.

Nonostante una riduzione del 45% dei decessi dal 2005 al 2022, sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere l’obiettivo europeo di riduzione del 55% entro il 2030 – Regioni e Ambiente, inquinamento atmosferico.

L’inquinamento atmosferico rimane una sfida significativa per la salute pubblica in Italia.

A Torino, l’inquinamento dell’aria è particolarmente preoccupante.

Le aree centrali registrano livelli elevati di biossido di azoto (NO₂), principalmente a causa del traffico intenso.

Anche le zone periferie soffrono di una qualità dell’aria pessima, aggravata dalla mancanza di spazi verdi e dalla presenza di attività industriali.

I dati rilevati dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte (ARPA) mostrano che le concentrazioni di PM10 e NO₂ spesso superano i limiti consentiti, con conseguenti rischi per la salute dei cittadiniComune di Torino – livelli inquinamento aria.

Oltre ai costi umani, l’inquinamento genera un impatto economico significativo.

Secondo il recente rapporto del Centre for Research on Energy and Clean Air, le spese sanitarie legate all’inquinamento atmosferico in Italia superano i 60 miliardi di euro all’anno, una cifra che include ricoveri, cure mediche e giornate lavorative perse – Liberta.it – costi sociali.

È fondamentale affrontare con urgenza questa crisi ambientale e sanitaria, implementando politiche efficaci per ridurre le emissioni inquinanti e migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane.

Cosa fare per cambiare rotta?

Torino ha bisogno di un piano d’azione immediato e ambizioso per affrontare questa emergenza.

La politica locale, nazionale ed europea deve agire con urgenza per garantire un’aria più pulita per tutti.

Trasporto sostenibile

La città deve puntare sul potenziamento del trasporto pubblico e sulla promozione di mezzi di trasporto sostenibili.

L’introduzione di linee di autobus elettrici, il miglioramento della rete ciclabile e l’incentivazione dell’uso di veicoli a basse emissioni sono passi fondamentali.

Verde pubblico

Gli spazi verdi non sono solo decorativi: sono polmoni vitali per le città.

Torino deve investire nella creazione e nella manutenzione di parchi e aree verdi, soprattutto nelle periferie, dove la densità di popolazione e il traffico generano livelli di inquinamento più elevati.

Promozione di stili di vita sostenibili

L’inquinamento atmosferico non dipende solo dal traffico: le scelte alimentari, le abitudini di consumo e il riscaldamento domestico contribuiscono significativamente.

Educare i cittadini all’adozione di stili di vita sostenibili, come una dieta plant-based e l’uso di energie rinnovabili, può fare la differenza.

Il ruolo della politica: un appello ai candidati e alle istituzioni

Il cambiamento deve partire dalla politica. Le prossime elezioni comunali di Torino rappresentano un’opportunità per scegliere rappresentanti che mettano al centro del loro programma la lotta all’inquinamento atmosferico.

Il blog Elezioni Torino, si impegna a monitorare i programmi politici dei vari partiti e movimenti ambientalisti ed animalisti, per analizzare chi realmente propone soluzioni concrete e chi, invece, si limita a slogan vuoti.

In questo contesto, il Partito Animalista Italiano (PAI) rappresenta una voce chiara e decisa. Nel programma del PAI di Torino, già pubblicato sul nostro blog, la qualità dell’aria è un tema centrale.

Ai punti 3 – 4 – 5 del programma, il partito propone misure specifiche per ridurre l’inquinamento dell’aria a Torino, includendo il potenziamento del trasporto pubblico elettrico (con riduzione del costo dei biglietti), ampliando la rete di autobus e tram a basse emissioni e promuovendo un sistema di car sharing accessibile.

 

Per approfondire:

La scelta del voto consapevole

La lotta all’inquinamento atmosferico non è solo una battaglia per l’ambiente: è una battaglia per il nostro futuro.

Torino può diventare un modello di sostenibilità urbana, ma solo se le istituzioni e i cittadini collaborano per adottare soluzioni ambiziose e durature.

Invitiamo i cittadini torinesi a fare una scelta consapevole alle prossime elezioni comunali.

Sostenere chi ha a cuore il benessere della comunità e dell’ambiente significa costruire una città più vivibile per tutti, oggi e domani.

Qui altri articoli sul tema dell’inquinamento dell’aria a Torino e altri link utili:

Mal’Aria in città: il processo contro gli ex sindaci di Torino

Siccità, maltempo e cambiamento climatico: una minaccia reale per la metropoli torinese

Qualità dell’aria in Piemonte 

La nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria – riassunto esplicativo

Ambiente e non solo – Morti premature e anni di vita persi.

Seguici su Elezioni Torino per aggiornamenti e analisi sui programmi politici legati alla sostenibilità, alla qualità dell’aria e alla salute pubblica.

Il programma del nuovo Partito Animalista Italiano di Torino: il ritorno di un movimento politico necessario.

Torino è pronta a una nuova era di attenzione e tutela verso l’ambiente e gli animali. Con il ritorno del Partito Animalista Italiano (PAI) sulla scena politica torinese, prende vita un movimento che mira a un cambiamento profondo, guidato da una visione che abbraccia sia il benessere degli animali sia la salvaguardia del nostro ambiente.

In un contesto in cui la crisi climatica e i diritti animali sono diventati temi cruciali, il PAI si impegna a dare voce a coloro che per troppo tempo sono rimasti inascoltati: gli animali e gli attivisti che combattono per un mondo migliore.

Un programma nazionale ambizioso: il Partito Animalista Italiano all’avanguardia

Il programma del Partito Animalista Italiano (PAI) è un progetto ambizioso e unico, ricco di iniziative pensate per rivoluzionare il panorama politico nazionale e locale in tema di ambiente, diritti degli animali e sostenibilità.

L’obiettivo è quello di rivoluzionare profondamente l’approccio alla questione ambientalista ed animalista, facendo emergere un modello più etico e consapevole, a misura d’istituzione locale. L’idea è di rendere ogni città italiana, Torino in particolare, un esempio virtuoso per il resto del Paese.

A livello nazionale, il PAI promuove misure mirate a proteggere tutti gli animali, domestici e da reddito, affrontando tematiche spesso ignorate o trattare superficialmente da altre realtà politiche, come il reale benessere degli animali, il divieto di pratiche cruente come la caccia e la vivisezione, e la cessazione dello sfruttamento dei esseri viventi senzienti in circhi e zoo.

Inoltre, il partito spinge per la conversione graduale verso un’agricoltura sostenibile e una riduzione significativa del consumo di carne, accompagnata dalla promozione di un’alimentazione a base vegetale nelle strutture pubbliche e nelle scuole.

Il programma nazionale del PAI include anche proposte per una gestione più responsabile delle risorse naturali, per combattere il cambiamento climatico e per incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili. In questa visione, la transizione ecologica non è solo una necessità, ma un’opportunità per creare una società più equa e rispettosa di ogni forma di vita.

Per approfondire tutte le iniziative e scoprire i dettagli dell’agenda politica nazionale del PAI, è possibile consultare il programma completo qui!

Un Programma per Torino: tre grandi temi e otto punti di forza

Il Partito Animalista Italiano (PAI) porta a Torino una serie di proposte ambiziose, orientate alla sostenibilità e al rispetto per ogni forma di vita, con l’obiettivo di trasformare la città in un modello di giustizia sociale e ambientale.

I punti del programma sono suddivisi in tre importanti tematiche: benessere animale, aria pulita e trasporti sostenibili, sicurezza pubblica e giustizia sociale.

Nelle prossime settimane verrà pubblicata, sempre sul blog elezioni Torino la piattaforma programmatica, che entrerà nel dettaglio dei temi e promuoverà il confronto con i cittadini.

Ci troviamo di fronte ad un’agenda politica concreta ed organica, che mira a coinvolgere tutti e a migliorare la qualità della vita nella nostra città.

Il PROGRAMMA DEL PAI TORINESE

Benessere animale:

1. Protezione e benessere animale

Implementazione e aggiornamento delle normative comunali per garantire una protezione efficace agli animali e prevenire ogni forma di maltrattamento.

Ad esempio, verrà vietato l’accattonaggio con animali di qualsiasi specie e qualsiasi età, eliminando così il limite salvifico dell’età superiore ai 180 giorni. Saranno introdotte sanzioni più severe per chi viola il benessere animale.

Fondamentale sarà il rafforzamento dei controlli in collaborazione con la polizia locale, l’ASL e le guardie ecozoofile. 

Saranno promosse iniziative per sensibilizzare i cittadini a sostenere e unirsi alle organizzazioni animaliste e ambientaliste che svolgono funzioni di controllo.

Inoltre, si lavorerà per migliorare le condizioni operative delle guardie ecozoofile e delle associazioni impegnate nella difesa del territorio, garantendo loro un maggiore supporto logistico e fondi dedicati per ampliare e facilitare le loro attività.

Parallelamente, verranno incentivati programmi di adozione, accompagnati da campagne educative mirate a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza di una cura responsabile e rispettosa degli animali.

  • Stop ai Circhi con animali vivi su tutto il territorio della metropoli. Promozione di forme di spettacolo rispettose degli animali e dell’ambiente.
  • Graduale riduzione degli allevamenti intensivi sul territorio metropolitano, con incentivi per aziende che adottano pratiche cruelty-free e rispettose dell’ambiente, del benessere animale e della qualità dell’aria che respiriamo.

 

2. Divieto di caccia – Tutela degli animali selvatici e controllo del territorio. Peste suina africana (PSA).

Divieto di caccia nel territorio metropolitano di Torino, o, nei limiti delle competenze in materia di regolamentazione dell’attività venatoria della Città Metropolitana di Torino, massima limitazione del territorio e del periodo di caccia.

Il divieto di caccia si collega al punto del programma sulla sicurezza pubblica nel territorio della città metropolitana. La caccia, ormai esercitata anche presso le aree urbane, ha fatto più di 220 morti negli ultimi 10 anni, senza contare i feriti.

Creazione di un numero sempre maggiore aree protette dove gli animali selvatici possano vivere senza minacce e in armonia con il loro habitat naturale. Saranno implementati sistemi di gestione con censimenti periodici per monitorare le popolazioni animali e garantire un controllo efficace della fauna selvatica.

Particolare attenzione sarà dedicata alla gestione della popolazione dei cinghiali, attraverso metodi non violenti che includano l’installazione di recinzioni moderne e controllate, e protocolli sanitari rigorosi per prevenire e contenere emergenze come la peste suina africana.

Verranno potenziati i servizi veterinari specializzati e istituiti protocolli di intervento rapido per il recupero dell’animale deceduto e la cura di quelli feriti o in difficoltà, con un approccio etico e rispettoso dell’ecosistema.

La riduzione degli allevamenti intensivi sul territorio metropolitano sarà integrata in questa strategia, affrontando le cause profonde dell’insostenibilità del sistema e contribuendo a un miglioramento della salute pubblica e ambientale.

 

Aria pulita e trasporti sostenibili:

3. Alimentazione sostenibile e riduzione degli allevamenti intensivi sul territorio metropolitano.

Promozione di menù plant-based nelle mense scolastiche e comunali per offrire alternative cruelty-free e sostenibili. Campagne di sensibilizzazione per educare studenti e cittadini sull’importanza di scelte alimentari consapevoli, sane e rispettose dell’ambiente. Lotta contro l’apartheid alimentare, garantendo accesso a opzioni sane e sostenibili nelle zone svantaggiate del territorio torinese.

Graduale riduzione degli allevamenti intensivi sul territorio metropolitano, con incentivi per aziende che adottano pratiche cruelty-free e rispettose dell’ambiente, del benessere animale e della qualità dell’aria che respiriamo.

La riduzione di questi sistemi d’allevamento insostenibili è necessaria, oltre che per motivi etici ed ambientali, anche per arginare l’impatto sul territorio di malattie animali epidemiche, come la peste suina africana.

 

4. Trasporti e mobilità sostenibile

In un’ottica di sostenibilità, di riduzione dell’inquinamento cittadino e di decongestione del traffico veicolare, potenziamento del trasporto pubblico su gomme ed elettrico, ampliando la rete di autobus e tram a basse emissioni e promuovendo un sistema di car sharing accessibile.

Diminuzione immediata del costo dei biglietti e degli abbonamenti al trasporto pubblico cittadino, urbano ed extraurbano.

 

5. Sostenibilità ambientale, degrado urbano e gestione dei rifiuti

Lotta all’inquinamento atmosferico e acustico attraverso nuove regole per la limitazione del traffico veicolare, (soprattutto dei mezzi particolarmente inquinanti), il potenziamento delle aree verdi, la piantumazione di alberi e vegetazione autoctona per migliorare la qualità dell’aria e il paesaggio cittadino.

Lotta al degrado urbano con riqualificazione delle aree pubbliche delle zone più periferiche e abbandonate, trasformandole in spazi verdi, sicuri e fruibili per la comunità, favorendo l’integrazione sociale e migliorando la qualità della vita dei cittadini.

Gestione dei rifiuti con particolare attenzione al miglioramento della raccolta differenziata e ai servizi di pulizia delle strade pubbliche.

 

Sicurezza pubblica e giustizia sociale:

6. Sicurezza pubblica e integrazione sociale

Aumentare la presenza delle forze dell’ordine e della polizia locale nelle aree più sensibili della città, per garantire la sicurezza dei cittadini, rafforzando i controlli nelle aree verdi e parchi pubblici.

Polizia di quartiere: introduzione di unità di polizia dedicate ai singoli quartieri, con un focus particolare sulle aree periferiche.

Divieto di caccia nel territorio metropolitano al fine di garantire la sicurezza pubblica.

Promuovere l’integrazione sociale con servizi di assistenza per le famiglie, spazi di aggregazione per i giovani e iniziative culturali che favoriscano la coesione e il rispetto reciproco tra i residenti, creando comunità più sicure e inclusive.

Lotta all’apartheid alimentare, garantendo accesso a opzioni sane e sostenibili nelle zone svantaggiate del territorio torinese.

 

7. Educazione e consapevolezza sociale

Creazione di percorsi educativi per diffondere la consapevolezza ambientale e il rispetto per tutte le specie, con incontri e progetti a tema animale e ambientale nelle scuole e nelle università.

Saranno attivati programmi di adozione a distanza per animali in rifugi e santuari, consentendo ai cittadini di sostenere economicamente animali salvati e avvicinandoli a una cultura di empatia e responsabilità verso tutti gli esseri viventi.

 

 

8. Sperimentazione di un reddito di cittadinanza comunale. Super assessorato alle politiche sociali e ambientali. Bonus animali.

Il PAI propone anche di sperimentare un reddito di cittadinanza comunale per supportare i cittadini in condizioni di povertà assoluta certificata.

Iniziative simili sono già state attuate in altre città europee, come Barcellona e Utrecht, con l’obiettivo di offrire una rete di sicurezza per le fasce più deboli della popolazione.

Secondo l’ultimo rapporto della Caritas, a Torino ci sono circa 27.000 persone che vivono in povertà assoluta, una situazione che richiede interventi immediati e concreti. Il PAI crede fermamente che un piano di supporto economico, abbinato a misure di inclusione attiva, possa contribuire a migliorare le condizioni di vita di molti torinesi.

E’ prevista la creazione di un super assessorato dedicato esclusivamente alle politiche sociali e ambientali. Quest’ultimo avrà il compito di gestire la sperimentazione del reddito di cittadinanza comunale e coordinare tutte le iniziative di supporto per chi si trova in condizioni di disagio economico e sociale.

È previsto inoltre un supporto economico, sotto forma di bonus, per le famiglie in difficoltà che abbiano animali a carico, assicurando che ogni animale abbia accesso a cure e a una vita dignitosa.

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Questi sono i temi e i punti che il Partito Animalista Italiano propone per Torino.

Nelle prossime settimane, sempre su questo blog, il PAI torinese, oltre a lanciare una piattaforma programmatica, dove i cittadini potranno approfondire ciascun punto dell’agenda politica, conoscerne i dettagli e dare il proprio contributo con proposte e commenti, pubblicherà un articolo dove approfondirà il tema delle coperture economiche e finanziarie a sostegno del programma.

Un Partito che collabora: Il PAI e le associazioni del territorio

Il Partito Animalista Italiano non vuole lavorare da solo. A Torino, il PAI collaborerà attivamente con associazioni e movimenti che condividono la stessa visione per il benessere animale e la tutela ambientale. Questo approccio collaborativo è essenziale per ampliare l’impatto delle iniziative del PAI e creare una rete solida e unificata di sostegno per la causa animalista e ambientalista.

Programmi di educazione e consapevolezza

Tra i punti fondamentali del PAI spiccano i programmi di educazione e sensibilizzazione. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza sul benessere animale e promuovere una cultura di empatia e responsabilità.

La formazione partirà dalle scuole, per educare i più giovani al rispetto per tutte le forme di vita. Il PAI mira a organizzare eventi nelle scuole e università, promuovendo un contatto diretto tra i cittadini e le tematiche animaliste.

Il nuovo coordinatore del PAI torinese

La guida del PAI a Torino è affidata a Raul Camarda, un torinese d’adozione con un forte impegno per la causa ambientalista e animalista. Con una laurea in giurisprudenza e un background nel settore della comunicazione, Raul ha deciso di mettere la sua esperienza al servizio della politica locale, credendo fermamente nella necessità di fare politica per portare il messaggio ambientalista e animalista nelle istituzioni. Sotto la sua guida, il PAI Torino lavorerà per cambiare le cose e costruire un futuro sostenibile per la città.

Ogni passo verso un futuro più etico e sostenibile è un atto di amore e responsabilità, non solo verso gli esseri viventi più vulnerabili, ma anche verso noi stessi e le generazioni future. Che domani non dicano, voi sapevate e non avete fatto nulla”.

Una dichiarazione che, secondo Raul, sintetizza il bisogno urgente di mettere da parte la bagarre politica, unire le associazioni animaliste ed ambientaliste del territorio torinese e concentrarsi su ciò che conta veramente: pianificare il futuro, mettendo al centro il benessere di tutti, animali non umani compresi.

Il futuro della politica a Torino: un nuovo approccio

Il PAI punta a una politica innovativa, che vada oltre le ideologie tradizionali e si concentri sul benessere della comunità e dell’ambiente. Torino ha l’opportunità di diventare un modello di sostenibilità e di rispetto per gli animali, e il PAI è determinato a realizzare questa visione.

Unisciti al cambiamento – ISCRIVITI AL PARTITO ANIMALISTA. Chiunque voglia unirsi al Partito Animalista Italiano può iscriversi a questo link: TESSARAMENTO PAI 2025

Per maggiori informazioni è possibile contattare Raul Camarda:

  • Telefono: 0039 – 3272492764
  • Email: info.painorditalia@gmail.com
  • Pagina facebook PAI Torino: clicca qui

Siccità, maltempo e cambiamento climatico: una minaccia reale per la metropoli torinese.

Torino e la sua area metropolitana stanno vivendo gli effetti tangibili del cambiamento climatico, una realtà che ogni anno si manifesta in modo sempre più drastico e devastante.

L’anno 2024 che sta volgendo al termine sembra destinato a battere i record per la precipitazione annua totale caduta sul Piemonte, almeno se guardiamo agli ultimi 70 anni.

Tutto questo – dice Arpa Piemonte – solo due anni dopo la grande siccità del 2022, quando nell’area caddero solamente 620 mm nell’arco dei 365 giorni, con il Po, che a tratti sembrò un lunghissimo letto di sabbia piuttosto che una delle principali arterie idriche italiane.

La mancanza di precipitazioni ha messo in ginocchio le coltivazioni locali e creato preoccupazioni serie per le riserve d’acqua di Torino e dintorni.

Agosto 2024, invece, ha portato con sé un ulteriore segnale del clima che cambia: violenti nubifragi e grandinate hanno colpito la città e la regione, causando danni a edifici, auto e coltivazioni.

La grandine, con chicchi grandi come palline da ping-pong, ha frantumato vetrate dei condomini, parabrezza delle auto, rovinato carrozzerie e distrutto serre e coltivazioni.

Il settore agricolo, che rappresenta una parte fondamentale dell’economia piemontese, ha subito perdite economiche ingenti e, di conseguenza, si è reso evidente come la crisi climatica, non sia solo una questione ambientale, ma anche economica e sociale.

Questi eventi estremi non sono isolati, ma parte di una tendenza che, se non affrontata, rischia di diventare la normalità. A oggi, i meteorologi e i climatologi ci avvertono che il Piemonte, e in particolare Torino, sono particolarmente vulnerabili alle conseguenze del riscaldamento globale.

Il Report Torino del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) evidenzia chiaramente che i cambiamenti climatici nella regione sono più rapidi e intensi rispetto alla media nazionale.

 

Gli altri effetti del cambiamento climatico su Torino e l’area metropolitana

Gli effetti del cambiamento climatico a Torino e nella sua area metropolitana non si limitano alla siccità e agli eventi meteorologici estremi.

La città, come molte altre in Pianura Padana, è caratterizzata da un’alta concentrazione di inquinanti atmosferici che, combinati con il riscaldamento climatico, aggravano le condizioni di vita per i cittadini.

Torino soffre da decenni di problemi legati alla qualità dell’aria, con elevati livelli di PM10 e PM2.5, inquinanti che danneggiano seriamente la salute umana.

Nell’ultimo decennio, le temperature medie a Torino sono aumentate, con inverni più miti ed estati sempre più torride. Questo fenomeno porta a stress idrico e aumenta la vulnerabilità del sistema agricolo locale.

Inoltre, gli sbalzi termici e le piogge violente danneggiano le infrastrutture urbane ed extra urbane, aumentando i costi di manutenzione e riparazione per il Comune.

Le cause del cambiamento climatico in Pianura Padana e i suoi impatti su Torino

Le cause del cambiamento climatico nella Pianura Padana sono molteplici. Questa area geografica è una delle più inquinate d’Europa, con livelli di emissioni di gas serra e inquinanti atmosferici molto elevati.

I riscaldamenti, gli allevamenti intensivi, il traffico veicolare e quello che rimane della vecchia industria pesante del territorio, sono i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico.

La geografia della Pianura Padana, con montagne su tre lati, crea un effetto “camera a gas” che intrappola gli inquinanti e rende difficoltoso il ricambio dell’aria.

Questo fenomeno causa livelli elevati di ozono e polveri sottili, che non solo peggiorano la qualità dell’aria ma aumentano anche il rischio di malattie respiratorie per la popolazione.

Il cambiamento climatico amplifica questi problemi, insomma il cane che si morde la coda. L’aumento delle temperature intensifica i processi chimici che generano ozono, peggiorando ulteriormente la qualità dell’aria.

Gli inverni miti non permettono la dispersione delle polveri sottili, mentre le estati torride portano a una maggiore evaporazione dell’acqua, riducendo la disponibilità idrica per l’agricoltura e la vita quotidiana.

Le conseguenze ambientali ed economiche, una visione d’insieme.

Le conseguenze del cambiamento climatico su Torino e sulla sua area metropolitana sono profondamente interconnesse, influenzando tanto l’ambiente quanto l’economia locale.

La crisi idrica è uno dei fenomeni più critici: la combinazione tra la riduzione delle riserve idriche e una domanda sempre crescente sta portando Torino e le aree limitrofe a fronteggiare una sfida senza precedenti.

Solo nell’ultimo decennio, si è osservata una diminuzione progressiva delle piogge invernali e una diminuzione del livello del fiume Po, che ha raggiunto minimi storici in vari periodi, esponendo l’intera area metropolitana a una siccità che minaccia l’ecosistema locale, i cittadini e l’economia agricola.

Entro il 2050 si prevede una riduzione delle risorse idriche disponibile in Piemonte fino al 30% rispetto ai livelli attuali.

In una regione dove l’agricoltura rappresenta una parte significativa dell’economia locale, la scarsità d’acqua comporta un calo della produzione agricola, con conseguenze sui prezzi dei prodotti e sulle entrate delle aziende agricole.

Le colture locali come la vite, il mais e l’ortofrutta, tradizionalmente resistenti, si trovano ora a rischio, e alcune aziende hanno già segnalato perdite superiori al 40% durante le stagioni più aride.

Oltre alla siccità, gli eventi meteorologici estremi sono diventati sempre più frequenti e intensi. Come dicevamo, un esempio emblematico è la grandinata dell’agosto 2024, durante la quale grandi chicchi di grandine hanno causato danni ingenti in tutta l’area metropolitana.

Questo evento ha portato a costi di riparazione elevatissimi per i cittadini e per le istituzioni: parabrezza infranti, carrozzerie delle automobili danneggiate e vetrate di edifici pubblici e privati distrutte.

Il costo stimato dei danni provocati dalla grandine di quest’anno si aggira intorno ai 15 milioni di euro.

Anche l’agricoltura ne ha risentito gravemente: le piantagioni di frutta e verdura hanno subito distruzioni massicce, con conseguenze dirette sulle forniture locali e un incremento dei prezzi per i consumatori.

A questi problemi si aggiungono le ondate di calore estive, che colpiscono pesantemente sia la salute pubblica che l’efficienza energetica della città. Le temperature estreme, spesso superiori ai 35°C nei mesi estivi, hanno effetti devastanti sulla qualità dell’aria e sul benessere dei cittadini.

L’aumento delle temperature è responsabile dell’innalzamento dei livelli di ozono e di altre sostanze inquinanti, peggiorando la qualità dell’aria e aumentando i casi di malattie respiratorie, soprattutto tra anziani e bambini.

Questo porta a un incremento dei costi sanitari e a una maggiore pressione sui servizi di emergenza. In aggiunta, la domanda energetica cresce con l’uso massiccio dei sistemi di climatizzazione, facendo aumentare i costi dell’energia e ampliando il rischio di blackout.

Impatti sull’economia turistica e immobiliare

Anche l’economia turistica risente degli effetti del cambiamento climatico. Torino, con il suo patrimonio artistico e culturale, attira ogni anno migliaia di turisti, ma i fenomeni estremi e le temperature anomale influenzano negativamente il flusso turistico, soprattutto nei mesi estivi.

Le ondate di calore, infatti, rendono la città meno attrattiva per i visitatori, riducendo le presenze e generando perdite economiche per il settore dell’ospitalità.

Gli stessi eventi meteorologici estremi, inoltre, rendono necessarie continue manutenzioni e interventi di riparazione alle infrastrutture storiche, aumentando ulteriormente i costi per la città e la regione.

L’impatto si estende anche al settore immobiliare. Gli effetti del cambiamento climatico, inclusi i fenomeni estremi e la maggiore vulnerabilità idrica, stanno modificando le dinamiche del mercato immobiliare.

Secondo recenti studi, i quartieri delle città più esposti a eventi climatici estremi, come le alluvioni, vedono una riduzione della domanda e, di conseguenza, una svalutazione delle proprietà.

Le aree periferiche, meno attrezzate a resistere a tali eventi, sono particolarmente colpite, con un calo del valore immobiliare che sfiora il 10%.

Una sfida multidimensionale

Le conseguenze del cambiamento climatico su Torino e sulla sua area metropolitana sono complesse e multiformi. Non si limitano a influire sull’ambiente naturale, ma hanno ripercussioni economiche e sociali che colpiscono l’intera comunità.

La città ha l’urgenza di sviluppare e implementare POLITIHE EFFICACI per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, promuovere la sostenibilità e proteggere il benessere dei suoi cittadini e il suo ecosistema locale.

Proposte per affrontare la crisi climatica a livello locale

Torino può fare molto per ridurre il proprio impatto ambientale e adattarsi al cambiamento climatico. Di seguito alcune proposte concrete, provenienti dal Partito Animalista di Torino e da alcuni movimenti ambientalisti ed animalisti della città, per migliorare la situazione:

1. Investire in infrastrutture di protezione climatica

Un esempio è l’idropolitana, un sistema di collettori sotterranei che raccolgono l’acqua piovana per evitare allagamenti in città. L’investimento in infrastrutture simili è fondamentale per ridurre i rischi di inondazioni e gestire meglio le risorse idriche.

2. Rafforzare la mobilità sostenibile

Incentivare l’uso di biciclette ma soprattutto rafforzare la flotta dei mezzi pubblici cittadini, urbani ed extraurbani, diminuendo il costo dei biglietti e degli abbonamenti, potrebbe ridurre sensibilmente le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria.

Torino potrebbe, inoltre, aumentare le zone a traffico limitato e incentivare l’uso di veicoli elettrici tramite ulteriori agevolazioni fiscali.

3. Riqualificare gli edifici con criteri di sostenibilità

Molti edifici a Torino sono obsoleti dal punto di vista energetico. Un piano di riqualificazione che promuova l’efficienza energetica ridurrebbe il consumo di energia e migliorerebbe la qualità dell’aria, limitando le emissioni derivanti dal riscaldamento urbano.

4. Promuovere l’agricoltura sostenibile e locale

Incentivare l’agricoltura biologica e sostenibile ridurrebbe la dipendenza dagli allevamenti intensivi, una delle principali fonti di emissioni di gas serra nella Pianura Padana.

Aumentare il numero dei mercati locali per la vendita diretta di prodotti agricoli sostenibili potrebbe contribuire a ridurre il trasporto di merci e migliorare la qualità dell’aria.

5. Educare i cittadini e coinvolgerli attivamente

Le amministrazioni locali dovrebbero investire in campagne di sensibilizzazione per promuovere stili di vita sostenibili. Coinvolgere la cittadinanza in progetti di piantumazione urbana e in iniziative di riduzione dei rifiuti può generare un impatto positivo sul clima.

6. Ridurre le emissioni di gas serra nelle zone industriali

La città metropolitana di Torino può imporre regole più severe alle aziende presenti nelle aree industriali, incentivando l’uso di tecnologie più pulite e promuovendo una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Agire ora per un futuro sostenibile

Torino è di fronte a una sfida epocale. Il cambiamento climatico non è una minaccia lontana, ma una realtà tangibile che si manifesta con siccità, inondazioni, tempeste e gravi danni economici.

Gli eventi estremi degli ultimi anni dimostrano che non possiamo più rimandare le azioni necessarie per proteggere il nostro ambiente e la nostra comunità.

Il tempo per agire è ora: le istituzioni locali devono investire in protezione e prevenzione e ogni cittadino può contribuire adottando stili di vita più sostenibili.

Se Torino vuole diventare un modello per l’Italia, deve investire in mobilità green, riqualificazione energetica, agricoltura etica e locale e in campagne educative per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della sostenibilità.

Fondamentali saranno i politici di domani. I prossimi eletti dovranno avere al centro del loro programma politico l’ambiente, la giustizia sociale e climatica ed il benessere animale.

Con politici adeguati e il coinvolgimento della comunità, Torino può affrontare il cambiamento climatico e costruire un futuro migliore, sostenibile e resiliente per tutti i suoi abitanti!

#Siccità #CambiamentoClimatico #PAI

Mal’Aria in città: il processo contro gli ex sindaci di Torino. Chi è il vero colpevole dell’inquinamento atmosferico?

Torino, una città iconica e moderna, simbolo del progresso industriale italiano, si trova oggi al centro di una battaglia contro uno dei problemi più devastanti del nostro tempo: l’inquinamento atmosferico.

Nel 2024, un processo clamoroso ha coinvolto tre ex sindaci della città – Piero Fassino, Sergio Chiamparino e Chiara Appendino – accusati di non aver fatto abbastanza per combattere lo smog che soffoca Torino.

Le accuse, mosse dalla magistratura, puntavano il dito contro anni di immobilismo delle amministrazioni cittadine, che secondo i querelanti non avrebbero adottato misure adeguate per contrastare l’inquinamento, contribuendo così a danni irreparabili alla salute dei cittadini.

Il processo ha avuto una risonanza mediatica straordinaria, e le aspettative erano alte. Tuttavia, il 4 luglio 2024, la sentenza ha sollevato gli ex sindaci da ogni responsabilità, prosciogliendoli dalle accuse.

La decisione del tribunale ha fatto discutere: da una parte, molti hanno espresso sollievo per la conclusione del caso, mentre altri hanno sottolineato che la sentenza non affronta il vero problema: un sistema malato che da decenni permette alle città di intossicare i propri abitanti con l’inquinamento atmosferico.

IL VERO COLPEVOLE

Il punto cruciale è che, pur se ci si concentra sulle responsabilità personali dei singoli politici, il vero colpevole è un sistema industriale e produttivo che produce inquinamento a livelli insostenibili.

Torino, come molte altre città italiane ed europee, è vittima di un modello di sviluppo che privilegia il profitto a breve termine rispetto alla salute e alla sostenibilità ambientale.

Il fallimento di questi sindaci è stato quello di non opporsi con la dovuta forza a questo modello, rimanendo immobili di fronte a un problema che peggiora giorno dopo giorno.

L’inquinamento atmosferico a Torino non è una questione recente. Già nel 2019, il capoluogo piemontese risultava tra le città più inquinate d’Italia e d’Europa.

L’accumulo di polveri sottili (PM10 e PM2.5) e di ossidi di azoto nell’aria ha raggiunto livelli preoccupanti, con superamenti costanti dei limiti stabiliti dall’Unione Europea.

Nonostante le critiche e i tentativi di adottare misure di limitazione del traffico, le amministrazioni locali si sono trovate spesso in difficoltà a bilanciare le esigenze economiche e industriali con la necessità di ridurre l’inquinamento.

Ma le parole, purtroppo, non bastano.

Per chi vive e respira l’aria di Torino, la situazione è quotidianamente palpabile. Non si tratta solo di una serie di numeri e statistiche astratte, ma di una sensazione tangibile che ognuno di noi prova la mattina appena esce di casa.

L’aria, densa e grigia, avvolge i polmoni con un odore metallico e sgradevole. Ogni respiro sembra un affronto al corpo: l’aria ci brucia le narici, irrita la gola e ci lascia una sensazione di pesantezza.

In pochi minuti, lo smog si insinua dentro di noi, lasciandoci spossati e con la testa pesante.

L’inquinamento a Torino e nella Pianura Padana: una questione di sopravvivenza

Torino si trova nel cuore della Pianura Padana, una delle aree più inquinate d’Europa. La conformazione geografica della “valle”, unita all’intensa attività industriale, agricola e alla densità del traffico veicolare, crea una “trappola” per le polveri sottili e altri inquinanti.

Questi si accumulano in grandi quantità, specialmente durante l’inverno, quando l’assenza di venti significativi impedisce all’aria di circolare e disperdere le sostanze nocive.

Le statistiche sono drammatiche. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inquinamento atmosferico è responsabile di circa 7 milioni di morti premature all’anno nel mondo.

A Torino, ogni anno si registrano nuovi casi di malattie legate all’esposizione prolungata all’inquinamento dell’aria, soprattutto tra i bambini, gli anziani e le persone fragili.

Uno studio condotto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente ha rivelato che i livelli di PM2.5 e PM10 a Torino superano regolarmente i limiti di sicurezza.

Queste particelle sono così minuscole che riescono a penetrare profondamente nei polmoni, causando una serie di gravi patologie.

Gli effetti dell’inquinamento sull’organismo umano sono molteplici e devastanti: dalle malattie respiratorie come l’asma e la bronchite cronica, ai tumori polmonari, fino a problemi cardiaci come l’infarto e l’ictus .

Ma non è tutto. L’inquinamento dell’aria può influire anche su aspetti più “quotidiani” della nostra vita, come la qualità del sonno e persino la libido.

Studi recenti hanno dimostrato che l’esposizione costante a livelli elevati di inquinanti atmosferici può portare a una riduzione della fertilità e del desiderio sessuale, con un impatto negativo sulla salute sessuale sia degli uomini che delle donne.

Non solo: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altri enti come l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), l’esposizione prolungata ad ossidi di azoto (NOx), emessi principalmente dai veicoli diesel, nelle aree urbane con alta densità di traffico, può causare danni al sistema respiratorio, soprattutto quello dei bambini, compromettendo il loro sviluppo polmonare.

Una ricerca condotta dall’Università di Stanford ha evidenziato come i bambini esposti a inquinanti atmosferici durante i primi anni di vita sviluppino una capacità polmonare ridotta rispetto ai coetanei che vivono in aree con aria più pulita.

A Torino, dove i livelli di ossidi di azoto sono tra i più alti d’Italia, questo è un dato allarmante che deve far riflettere.

Eppure, nonostante tutto questo, ci si continua a illudere che costruire nuove strade, aumentare la capacità industriale o favorire un traffico sempre più intenso siano simboli di progresso.

Ma che tipo di progresso è quello che avvelena i nostri polmoni e riduce la qualità della vita dei nostri figli? Questo non è progresso, è una marcia lenta verso la catastrofe.

Aria pulita: le proposte del Partito Animalista di Torino

La situazione a Torino è grave, ma non irreversibile. Altri paesi e città in tutto il mondo hanno già intrapreso iniziative coraggiose per ridurre l’inquinamento atmosferico, e Torino può imparare da questi esempi.

Ecco alcune soluzioni pratiche e realistiche, provenienti dall’agenda politica del Partito Animalista torinese, che la nostra città potrebbe adottare per migliorare la qualità dell’aria e proteggere la salute dei suoi cittadini:

– Migliorare il trasporto pubblico e promuovere la mobilità sostenibile
Città come Copenaghen e Amsterdam hanno dimostrato che investire in infrastrutture per biciclette e mezzi di trasporto pubblico elettrico è una delle strategie più efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico.

Torino deve seguire l’esempio, ampliando la rete di piste ciclabili, incentivando l’uso di veicoli elettrici e ibridi e migliorando la frequenza e l’affidabilità del trasporto pubblico, riducendo il costo dei biglietti e degli abbonamenti.

Ridurre il traffico privato nelle zone centrali della città potrebbe portare a una significativa riduzione dei livelli di PM10 e NOx.

– ZTL più estese e rigide per i veicoli inquinanti
Londra ha introdotto la Ultra Low Emission Zone (ULEZ), un’area in cui solo i veicoli a basse emissioni possono circolare, con pesanti multe per chi viola le regole.

Anche Torino potrebbe adottare un sistema simile, estendendo le zone a traffico limitato (ZTL) e introducendo restrizioni più severe per i veicoli più inquinanti. Questo non solo migliorerebbe la qualità dell’aria, ma incoraggerebbe anche un cambio di abitudini nei cittadini.

– Potenziamento delle aree verdi urbane
Le aree verdi sono i polmoni delle città. Aumentare il numero di parchi, giardini e alberi in città può contribuire a ridurre le polveri sottili e migliorare la qualità dell’aria .

Torino ha bisogno di investire nella creazione e nella manutenzione di aree verdi urbane, con programmi di riforestazione urbana che coinvolgano anche i cittadini.

– Riduzione degli allevamenti intensivi
L’industria zootecnica, soprattutto nella Pianura Padana, è una delle principali fonti di emissioni di gas serra, tra cui il metano.

Un maggiore impegno nella promozione di alternative sostenibili come l’agricoltura biologica e la riduzione del consumo di carne può contribuire significativamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico in città.

Le soluzioni per invertire la rotta ci sono, e altre città nel mondo le hanno già applicate con successo. È il momento di agire concretamente, a partire da chi ci governa, con politiche che puntino al miglioramento della qualità dell’aria per il bene delle generazioni future.

È tempo di votare consapevolmente per il nostro futuro

Non possiamo più permetterci di ignorare il problema. Ogni giorno, quando respiriamo l’aria inquinata che ci circonda, stiamo compromettendo la nostra salute e quella dei nostri figli.

L’inquinamento atmosferico a Torino non è un problema che può essere risolto con soluzioni temporanee o parziali: serve un cambiamento sistemico, serve il coraggio di mettere al centro del dibattito politico la salute dei cittadini e l’ambiente.

Le soluzioni per combattere l’inquinamento esistono, e molti esempi nel mondo dimostrano che è possibile invertire la rotta. Tuttavia, senza una volontà politica chiara e determinata, queste soluzioni rimarranno solo progetti su carta.

La nostra città ha bisogno di leader capaci di guardare al futuro con responsabilità, leader che mettano le politiche ambientali al centro del proprio programma, consapevoli che un ambiente pulito è essenziale per il benessere della collettività.

È il momento di chiedere che chi si candida a governare Torino metta al primo posto la lotta all’inquinamento, adottando misure concrete e durature.

#Votare per politici che abbiano davvero a cuore l’ambiente, che siano pronti a investire in trasporti sostenibili, nell’espansione delle aree verdi e nella riduzione del traffico significa garantire un futuro migliore per noi e per le generazioni future.

La qualità dell’aria che respiriamo deve diventare una priorità, non un aspetto secondario. Se non facciamo nulla oggi, condanniamo le generazioni future a vivere in una città dove l’aria pulita sarà un lusso riservato a pochi.

Il cambiamento può partire da Torino, ma solo se noi, cittadini, scegliamo di sostenere e votare chi si impegna a fare della sostenibilità la sua missione politica. La nostra salute, la nostra qualità della vita e il futuro dei nostri figli dipendono dalle scelte che facciamo ora.

Votiamo consapevolmente, votiamo per la salute e l’ambiente!

#VOTOCONSAPEVOLE #INQUINAMENTO #TORINO

L’idropolitana di Torino: un’opera necessaria, ma basterà?! Gas serra e cambiamento climatico non fanno sconti a nessuno.

Torino è in movimento e non solo in senso figurato. È infatti partita la costruzione dell’idropolitana torinese (che dovrebbe concludersi nel 2028), un’opera faraonica e innovativa che attraverserà la città con un collettore di 14 km dedicato alla raccolta delle acque meteoriche e fognarie.

Questa infrastruttura, voluta da SMAT e con un investimento di oltre 140 milioni di euro, si estenderà a 20 metri di profondità e avrà un diametro di 3,2 metri​.

Un’opera ingegneristica straordinaria che coinvolgerà non solo Torino, ma anche 20 comuni della cintura metropolitana.

L’idropolitana è pensata per affrontare due grandi sfide: da un lato, consentire la manutenzione del vecchio collettore fognario, ormai sovraccarico, e dall’altro, gestire il crescente problema delle piogge improvvise e violente causate dai cambiamenti climatici.

Le forti piogge, che un tempo erano eventi rari, stanno diventando sempre più frequenti e imprevedibili, mettendo a dura prova l’infrastruttura urbana.

La funzione dell’idropolitana sarà quella di convogliare le acque piovane e quelle fognarie verso il depuratore di Castiglione Torinese, riducendo il rischio di allagamenti e migliorando la qualità delle acque rilasciate nel Po.

Certo, possiamo essere orgogliosi di questa iniziativa che, tra qualche anno, vedrà i frutti del lavoro sotto i nostri piedi.

Ma siamo sicuri che bastino opere come l’idropolitana per risolvere davvero i problemi legati ai cambiamenti climatici?

Le infrastrutture sono solo una parte del “quadro”. Il vero problema, quello che ci ha portato ad affrontare eventi climatici sempre più estremi, è un altro: l’eccessiva produzione di gas serra.

Gas serra, cambiamenti climatici e Pianura Padana: una tempesta perfetta

Il cambiamento climatico è ormai una realtà innegabile, e i suoi effetti sono sempre più evidenti.

Violente piogge improvvise, ondate di calore estreme, siccità prolungate e inverni anomali stanno trasformando la Pianura Padana in una delle aree più vulnerabili d’Europa.

Questi fenomeni non sono più eventi eccezionali, ma segnali di un sistema climatico profondamente alterato. Torino, come molte città italiane, si trova a fronteggiare le conseguenze dirette di questo sconvolgimento.

Ma quali sono le cause principali?

È facile pensare che i trasporti o l’industria siano i maggiori responsabili. Eppure, il settore degli allevamenti intensivi contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra, aggravando una situazione già critica.

Secondo la FAO, il settore zootecnico rappresenta circa il 15 % delle emissioni globali di gas serra, un valore paragonabile, se non superiore, a quello dell’intero comparto dei trasporti.

Nella Pianura Padana, questa cifra è amplificata dalla concentrazione di allevamenti intensivi e attività agricole, rendendo l’area una “tempesta perfetta” per la crisi climatica.

I principali responsabili: agrozootecnia, industria e trasporti

Le emissioni di gas serra nella Pianura Padana derivano principalmente da tre settori:

Agrozootecnia: gli allevamenti intensivi e l’agricoltura correlata contribuiscono per circa il 20-25% delle emissioni totali di gas serra.

Questo avviene principalmente attraverso il rilascio di metano dagli animali ruminanti e di protossido di azoto dai fertilizzanti utilizzati nelle coltivazioni.

Inoltre, la produzione di carne bovina richiede enormi quantità di acqua: secondo il Water Footprint Network, servono circa 15.000 litri per ogni chilogrammo prodotto.

Industria: con un contributo del 25-30% alle emissioni di gas serra, l’industria nella Pianura Padana rappresenta una delle maggiori fonti di inquinamento. Le emissioni derivano dall’uso di combustibili fossili e dai processi industriali.

Trasporti e riscaldamenti: questi settori sono responsabili delle restanti emissioni, prodotte dal traffico intenso su arterie principali come l’A1 e l’A4 che genera alti livelli di CO₂ e particolato.

I riscaldamenti poi, durante il periodo invernale, balzano in testa alla classifica delle fonti inquinanti dell’aria delle nostre città.

Torino e gli altri Comuni dell’area metropolitana soffrono particolarmente di questa situazione, che contribuisce anche alla pessima qualità dell’aria.

Questa combinazione di fattori rende la Pianura Padana uno dei territori più inquinati d’Europa, con livelli di polveri sottili (PM10 e PM2.5) che superano costantemente i limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Ogni anno, migliaia di persone muoiono prematuramente a causa di malattie respiratorie e cardiovascolari legate all’inquinamento atmosferico.

L’ironia del progresso: l’idropolitana e le sue contraddizioni

L’idropolitana di Torino rappresenta un passo avanti significativo per affrontare le conseguenze immediate del cambiamento climatico, come le piogge torrenziali e gli allagamenti urbani.

Si tratta di un’infrastruttura cruciale per proteggere la città da eventi meteorologici estremi, ma è anche un simbolo di un problema più ampio.

Se da un lato investiamo miliardi in opere per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, dall’altro continuiamo a sostenere modelli produttivi e industriali che ne sono la causa principale.

Gli allevamenti intensivi, che producono metano in quantità massicce, sono un esempio lampante di questa contraddizione.

Il metano, un gas serra con un impatto 28 volte superiore a quello della CO2, è una delle principali minacce per il nostro clima.

Nonostante ciò, le politiche attuali non riescono a limitare l’espansione di questi sistemi intensivi, che consumano risorse preziose come l’acqua e contaminano il suolo e le falde acquifere.

Un’opportunità per Torino e il Piemonte

Torino si trova a un bivio. Da un lato, deve affrontare emergenze climatiche sempre più frequenti; dall’altro, ha l’opportunità di guidare un cambiamento radicale verso la sostenibilità.

Ridurre le emissioni di gas serra non è solo un imperativo morale, ma anche una necessità per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini.

Investire in tecnologie verdi, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e promuovere modelli di agricoltura sostenibile sono azioni indispensabili per trasformare Torino in un modello di resilienza climatica.

Secondo uno studio del Politecnico di Milano, una riduzione significativa degli allevamenti intensivi nella Pianura Padana potrebbe abbattere le emissioni di ammoniaca e polveri sottili, migliorando la qualità dell’aria e limitando i danni al clima.

Un appello al cambiamento

Non possiamo più permetterci di rimandare le scelte difficili. Le infrastrutture come l’idropolitana sono essenziali per affrontare le sfide immediate, ma da sole non bastano.

Serve una visione di lungo termine che affronti le cause profonde del cambiamento climatico.

Torino ha l’opportunità di diventare un esempio per l’Italia e per l’Europa, ma questo richiede CORAGGIO POLITICO e impegno da parte di tutti.

Ridurre gli allevamenti intensivi, investire nelle energie rinnovabili e promuovere città più verdi sono i primi passi verso un futuro sostenibile.

La domanda che dobbiamo porci è: siamo pronti a fare queste scelte coraggiose?

Il tempo per agire è ora. Il cambiamento climatico non farà sconti, ma Torino può dimostrare che un futuro diverso è possibile. Siamo pronti a raccogliere questa sfida?

Il futuro: un modello di sostenibilità

Ora immaginate un futuro in cui Torino e la Pianura Padana non sono più tra le aree più inquinate d’Europa.

Nel 2040, potremmo vivere in una città in cui le idropolitane non sono più necessarie, non perché le piogge siano cessate, ma perché i cambiamenti climatici sono stati affrontati con politiche lungimiranti e sostenibili.

Gli allevamenti intensivi, che oggi rappresentano una delle principali fonti di emissioni di gas serra, potrebbero essere ridotti e sostituiti da modelli di agricoltura biologica e sostenibile, che rispettano l’ambiente e utilizzano le risorse in modo più efficiente.

Le tecnologie verdi, come l’energia solare e le fonti rinnovabili, potrebbero alimentare i trasporti e le industrie, riducendo drasticamente la nostra dipendenza dai combustibili fossili. I parchi cittadini, pieni di alberi e spazi verdi, potrebbero purificare l’aria e offrire rifugio dalla calura estiva.

Questo futuro non è utopico. Ci sono già esempi concreti di città che stanno lavorando per diventare più sostenibili.

Copenaghen, per esempio, si è posta l’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2025, riducendo le emissioni di CO2 attraverso un mix di energie rinnovabili, miglioramento dell’efficienza energetica e la promozione dei trasporti sostenibili.

Se Torino vuole essere un modello di sostenibilità, deve prendere esempio da queste città e investire seriamente in soluzioni a lungo termine.

Il futuro parte da oggi: una responsabilità condivisa tra politici e cittadini

Il cambiamento non può più aspettare. La città metropolitana di Torino ha la straordinaria opportunità di diventare un modello di sostenibilità per l’Italia, ma per farlo è necessario agire con urgenza e determinazione.

È il momento di eleggere amministratori e politici che si assumano la responsabilità di scelte coraggiose e lungimiranti, ponendo al centro delle loro agende l’idea di una città sostenibile.

Servono figure politiche che si dedichino in modo prioritario alle politiche ambientali, alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla promozione di modelli produttivi che rispettino tanto la natura quanto le persone e gli animali.

Le soluzioni sono già disponibili, ma richiedono un impegno concreto e continuo.

Ridurre gli allevamenti intensivi, investire nelle energie rinnovabili e incentivare la creazione di città più verdi e resilienti non sono più opzioni, ma passi obbligati per costruire un futuro che garantisca condizioni di vita migliori per tutti gli esseri viventi.

L’idropolitana rappresenta un primo tassello, ma non può essere l’unica risposta.

Torino deve guidare questa transizione verso un modello di città che non solo affronta le sfide climatiche, ma che diventa un esempio di come la sostenibilità possa essere il motore di un progresso etico e sociale.

La responsabilità, però, non è solo nelle mani della politica.

Ogni cittadino può contribuire a questo cambiamento attraverso scelte quotidiane più etiche e sostenibili: adottare abitudini rispettose dell’ambiente, ridurre il proprio impatto ecologico e, soprattutto, esercitare un voto consapevole.

Le prossime elezioni non saranno solo un’occasione per scegliere i rappresentanti, ma un’opportunità per definire il futuro di Torino e del nostro pianeta.

È fondamentale scegliere chi davvero può e vuole dare un contributo concreto al miglioramento della qualità della vita di tutti, umani e animali.

Il futuro di Torino non dipende solo dalle infrastrutture o dai piani di emergenza: dipende dalle persone, dalle loro scelte e dalla volontà di guardare oltre il breve termine.

Insomma, dipende da noi! Siamo pronti a costruire un futuro migliore per i nostri figli? Siamo pronti a sostenere una visione di città sostenibile, inclusiva e rispettosa della vita?

La risposta sta nelle nostre mani, nelle nostre azioni quotidiane e nelle schede elettorali che compileremo.

Il cambiamento parte oggi: che cosa sceglieremo per il domani?

– Aggiornamenti –

Al via gli scavi dell’idropolitana di Torino. I lavori dureranno 4 anni.

Il progetto dell’idropolitana di Torino compie un passo cruciale con l’entrata in funzione di Gaia, la talpa meccanica incaricata di scavare i tunnel della “metropolitana delle acque“.

L’opera, oltre Torino, servirà altri venti Comuni metropolitani della zona sud ed ovest della città: Moncalieri, Pessione, Bruino, Cambiano, Poirino, Candiolo, Chieri, La Loggia, Nichelino, Orbassano, Beinasco, Piobesi, Santena, Piossasco, Riva di Chieri, Rivalta di Torino, Sangano, Trana, Trofarello, Villastellone e Vinovo.

La talpa avanzerà in media di trenta metri al giorno e i cui lavori dureranno 4 anni.

I tunnel collegheranno strategicamente i principali punti della città, offrendo una rete di trasporto idrico sotterraneo per una gestione più efficiente delle risorse idriche e una maggiore protezione contro le conseguenze del cambiamento climatico.

Le caratteristiche principali del progetto

L’opera è stata progettata per rispondere in modo innovativo ai problemi di siccità e approvvigionamento idrico. Tra le principali caratteristiche del progetto:

  • Gestione intelligente delle risorse idriche: il sistema permetterà di convogliare acqua potabile, riducendo gli sprechi e migliorando la distribuzione in città.
  • Adattamento al cambiamento climatico: con una struttura pensata per affrontare eventi estremi come siccità o alluvioni.
  • Collegamenti strategici: con infrastrutture chiave per garantire una distribuzione ottimale delle risorse idriche.

Un progetto necessario, ma non sufficiente

L’idropolitana rappresenta un passo importante per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico, ma non può essere considerata una soluzione definitiva.

Torino, una delle prime città in Italia a implementare un’infrastruttura idrica così avanzata, deve affiancare a questa opera interventi concreti per ridurre l’impatto umano sull’ambiente.

Secondo il rapporto del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), il Piemonte potrebbe subire una riduzione delle risorse idriche fino al 30% entro il 2050.

Anche se l’idropolitana mira a mitigare i rischi di siccità e a garantire una distribuzione più efficiente delle risorse idriche, è indispensabile intervenire anche sulle cause principali del problema: l’inquinamento atmosferico, l’urbanizzazione incontrollata e le emissioni di gas serra.

La Pianura Padana è tra le aree più inquinate d’Europa, e il cambiamento climatico è amplificato dalle attività umane che aumentano la pressione sul territorio.

È necessario che Torino e le amministrazioni locali adottino politiche ambientali più ambiziose, mirate non solo alla gestione delle conseguenze, ma anche alla prevenzione.

La riduzione delle emissioni, la promozione di modelli di sviluppo sostenibile e una maggiore attenzione al consumo del suolo sono passaggi fondamentali per un futuro più resiliente.

L’idropolitana è un tassello importante, ma senza un cambio di paradigma nelle politiche ambientali, sarà solo una risposta parziale a un problema complesso che richiede un approccio integrato e lungimirante.

Rimani aggiornato su Elezioni Torino per scoprire come questa infrastruttura cambierà il volto della città e quali misure complementari saranno adottate per costruire un futuro più resiliente per Torino e i suoi cittadini.

#ElezioniTorino #Idropolitana

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