Siccità, maltempo e cambiamento climatico: una minaccia reale per la metropoli torinese.
Torino e la sua area metropolitana stanno vivendo gli effetti tangibili del cambiamento climatico, una realtà che ogni anno si manifesta in modo sempre più drastico e devastante.
L’anno 2024 che sta volgendo al termine sembra destinato a battere i record per la precipitazione annua totale caduta sul Piemonte, almeno se guardiamo agli ultimi 70 anni.
Tutto questo – dice Arpa Piemonte – solo due anni dopo la grande siccità del 2022, quando nell’area caddero solamente 620 mm nell’arco dei 365 giorni, con il Po, che a tratti sembrò un lunghissimo letto di sabbia piuttosto che una delle principali arterie idriche italiane.
La mancanza di precipitazioni ha messo in ginocchio le coltivazioni locali e creato preoccupazioni serie per le riserve d’acqua di Torino e dintorni.
Agosto 2024, invece, ha portato con sé un ulteriore segnale del clima che cambia: violenti nubifragi e grandinate hanno colpito la città e la regione, causando danni a edifici, auto e coltivazioni.
La grandine, con chicchi grandi come palline da ping-pong, ha frantumato vetrate dei condomini, parabrezza delle auto, rovinato carrozzerie e distrutto serre e coltivazioni.
Il settore agricolo, che rappresenta una parte fondamentale dell’economia piemontese, ha subito perdite economiche ingenti e, di conseguenza, si è reso evidente come la crisi climatica, non sia solo una questione ambientale, ma anche economica e sociale.
Questi eventi estremi non sono isolati, ma parte di una tendenza che, se non affrontata, rischia di diventare la normalità. A oggi, i meteorologi e i climatologi ci avvertono che il Piemonte, e in particolare Torino, sono particolarmente vulnerabili alle conseguenze del riscaldamento globale.
Il Report Torino del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) evidenzia chiaramente che i cambiamenti climatici nella regione sono più rapidi e intensi rispetto alla media nazionale.
Gli altri effetti del cambiamento climatico su Torino e l’area metropolitana
Gli effetti del cambiamento climatico a Torino e nella sua area metropolitana non si limitano alla siccità e agli eventi meteorologici estremi.
La città, come molte altre in Pianura Padana, è caratterizzata da un’alta concentrazione di inquinanti atmosferici che, combinati con il riscaldamento climatico, aggravano le condizioni di vita per i cittadini.
Torino soffre da decenni di problemi legati alla qualità dell’aria, con elevati livelli di PM10 e PM2.5, inquinanti che danneggiano seriamente la salute umana.
Nell’ultimo decennio, le temperature medie a Torino sono aumentate, con inverni più miti ed estati sempre più torride. Questo fenomeno porta a stress idrico e aumenta la vulnerabilità del sistema agricolo locale.
Inoltre, gli sbalzi termici e le piogge violente danneggiano le infrastrutture urbane ed extra urbane, aumentando i costi di manutenzione e riparazione per il Comune.
Le cause del cambiamento climatico in Pianura Padana e i suoi impatti su Torino
Le cause del cambiamento climatico nella Pianura Padana sono molteplici. Questa area geografica è una delle più inquinate d’Europa, con livelli di emissioni di gas serra e inquinanti atmosferici molto elevati.
I riscaldamenti, gli allevamenti intensivi, il traffico veicolare e quello che rimane della vecchia industria pesante del territorio, sono i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico.
La geografia della Pianura Padana, con montagne su tre lati, crea un effetto “camera a gas” che intrappola gli inquinanti e rende difficoltoso il ricambio dell’aria.
Questo fenomeno causa livelli elevati di ozono e polveri sottili, che non solo peggiorano la qualità dell’aria ma aumentano anche il rischio di malattie respiratorie per la popolazione.
Il cambiamento climatico amplifica questi problemi, insomma il cane che si morde la coda. L’aumento delle temperature intensifica i processi chimici che generano ozono, peggiorando ulteriormente la qualità dell’aria.
Gli inverni miti non permettono la dispersione delle polveri sottili, mentre le estati torride portano a una maggiore evaporazione dell’acqua, riducendo la disponibilità idrica per l’agricoltura e la vita quotidiana.
Le conseguenze ambientali ed economiche, una visione d’insieme.
Le conseguenze del cambiamento climatico su Torino e sulla sua area metropolitana sono profondamente interconnesse, influenzando tanto l’ambiente quanto l’economia locale.
La crisi idrica è uno dei fenomeni più critici: la combinazione tra la riduzione delle riserve idriche e una domanda sempre crescente sta portando Torino e le aree limitrofe a fronteggiare una sfida senza precedenti.
Solo nell’ultimo decennio, si è osservata una diminuzione progressiva delle piogge invernali e una diminuzione del livello del fiume Po, che ha raggiunto minimi storici in vari periodi, esponendo l’intera area metropolitana a una siccità che minaccia l’ecosistema locale, i cittadini e l’economia agricola.
Entro il 2050 si prevede una riduzione delle risorse idriche disponibile in Piemonte fino al 30% rispetto ai livelli attuali.
In una regione dove l’agricoltura rappresenta una parte significativa dell’economia locale, la scarsità d’acqua comporta un calo della produzione agricola, con conseguenze sui prezzi dei prodotti e sulle entrate delle aziende agricole.
Le colture locali come la vite, il mais e l’ortofrutta, tradizionalmente resistenti, si trovano ora a rischio, e alcune aziende hanno già segnalato perdite superiori al 40% durante le stagioni più aride.
Oltre alla siccità, gli eventi meteorologici estremi sono diventati sempre più frequenti e intensi. Come dicevamo, un esempio emblematico è la grandinata dell’agosto 2024, durante la quale grandi chicchi di grandine hanno causato danni ingenti in tutta l’area metropolitana.
Questo evento ha portato a costi di riparazione elevatissimi per i cittadini e per le istituzioni: parabrezza infranti, carrozzerie delle automobili danneggiate e vetrate di edifici pubblici e privati distrutte.
Il costo stimato dei danni provocati dalla grandine di quest’anno si aggira intorno ai 15 milioni di euro.
Anche l’agricoltura ne ha risentito gravemente: le piantagioni di frutta e verdura hanno subito distruzioni massicce, con conseguenze dirette sulle forniture locali e un incremento dei prezzi per i consumatori.
A questi problemi si aggiungono le ondate di calore estive, che colpiscono pesantemente sia la salute pubblica che l’efficienza energetica della città. Le temperature estreme, spesso superiori ai 35°C nei mesi estivi, hanno effetti devastanti sulla qualità dell’aria e sul benessere dei cittadini.
L’aumento delle temperature è responsabile dell’innalzamento dei livelli di ozono e di altre sostanze inquinanti, peggiorando la qualità dell’aria e aumentando i casi di malattie respiratorie, soprattutto tra anziani e bambini.
Questo porta a un incremento dei costi sanitari e a una maggiore pressione sui servizi di emergenza. In aggiunta, la domanda energetica cresce con l’uso massiccio dei sistemi di climatizzazione, facendo aumentare i costi dell’energia e ampliando il rischio di blackout.
Impatti sull’economia turistica e immobiliare
Anche l’economia turistica risente degli effetti del cambiamento climatico. Torino, con il suo patrimonio artistico e culturale, attira ogni anno migliaia di turisti, ma i fenomeni estremi e le temperature anomale influenzano negativamente il flusso turistico, soprattutto nei mesi estivi.
Le ondate di calore, infatti, rendono la città meno attrattiva per i visitatori, riducendo le presenze e generando perdite economiche per il settore dell’ospitalità.
Gli stessi eventi meteorologici estremi, inoltre, rendono necessarie continue manutenzioni e interventi di riparazione alle infrastrutture storiche, aumentando ulteriormente i costi per la città e la regione.
L’impatto si estende anche al settore immobiliare. Gli effetti del cambiamento climatico, inclusi i fenomeni estremi e la maggiore vulnerabilità idrica, stanno modificando le dinamiche del mercato immobiliare.
Secondo recenti studi, i quartieri delle città più esposti a eventi climatici estremi, come le alluvioni, vedono una riduzione della domanda e, di conseguenza, una svalutazione delle proprietà.
Le aree periferiche, meno attrezzate a resistere a tali eventi, sono particolarmente colpite, con un calo del valore immobiliare che sfiora il 10%.
Una sfida multidimensionale
Le conseguenze del cambiamento climatico su Torino e sulla sua area metropolitana sono complesse e multiformi. Non si limitano a influire sull’ambiente naturale, ma hanno ripercussioni economiche e sociali che colpiscono l’intera comunità.
La città ha l’urgenza di sviluppare e implementare POLITIHE EFFICACI per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, promuovere la sostenibilità e proteggere il benessere dei suoi cittadini e il suo ecosistema locale.
Proposte per affrontare la crisi climatica a livello locale
Torino può fare molto per ridurre il proprio impatto ambientale e adattarsi al cambiamento climatico. Di seguito alcune proposte concrete, provenienti dal Partito Animalista di Torino e da alcuni movimenti ambientalisti ed animalisti della città, per migliorare la situazione:
1. Investire in infrastrutture di protezione climatica
Un esempio è l’idropolitana, un sistema di collettori sotterranei che raccolgono l’acqua piovana per evitare allagamenti in città. L’investimento in infrastrutture simili è fondamentale per ridurre i rischi di inondazioni e gestire meglio le risorse idriche.
2. Rafforzare la mobilità sostenibile
Incentivare l’uso di biciclette ma soprattutto rafforzare la flotta dei mezzi pubblici cittadini, urbani ed extraurbani, diminuendo il costo dei biglietti e degli abbonamenti, potrebbe ridurre sensibilmente le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria.
Torino potrebbe, inoltre, aumentare le zone a traffico limitato e incentivare l’uso di veicoli elettrici tramite ulteriori agevolazioni fiscali.
3. Riqualificare gli edifici con criteri di sostenibilità
Molti edifici a Torino sono obsoleti dal punto di vista energetico. Un piano di riqualificazione che promuova l’efficienza energetica ridurrebbe il consumo di energia e migliorerebbe la qualità dell’aria, limitando le emissioni derivanti dal riscaldamento urbano.
4. Promuovere l’agricoltura sostenibile e locale
Incentivare l’agricoltura biologica e sostenibile ridurrebbe la dipendenza dagli allevamenti intensivi, una delle principali fonti di emissioni di gas serra nella Pianura Padana.
Aumentare il numero dei mercati locali per la vendita diretta di prodotti agricoli sostenibili potrebbe contribuire a ridurre il trasporto di merci e migliorare la qualità dell’aria.
5. Educare i cittadini e coinvolgerli attivamente
Le amministrazioni locali dovrebbero investire in campagne di sensibilizzazione per promuovere stili di vita sostenibili. Coinvolgere la cittadinanza in progetti di piantumazione urbana e in iniziative di riduzione dei rifiuti può generare un impatto positivo sul clima.
6. Ridurre le emissioni di gas serra nelle zone industriali
La città metropolitana di Torino può imporre regole più severe alle aziende presenti nelle aree industriali, incentivando l’uso di tecnologie più pulite e promuovendo una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Agire ora per un futuro sostenibile
Torino è di fronte a una sfida epocale. Il cambiamento climatico non è una minaccia lontana, ma una realtà tangibile che si manifesta con siccità, inondazioni, tempeste e gravi danni economici.
Gli eventi estremi degli ultimi anni dimostrano che non possiamo più rimandare le azioni necessarie per proteggere il nostro ambiente e la nostra comunità.
Il tempo per agire è ora: le istituzioni locali devono investire in protezione e prevenzione e ogni cittadino può contribuire adottando stili di vita più sostenibili.
Se Torino vuole diventare un modello per l’Italia, deve investire in mobilità green, riqualificazione energetica, agricoltura etica e locale e in campagne educative per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della sostenibilità.
Fondamentali saranno i politici di domani. I prossimi eletti dovranno avere al centro del loro programma politico l’ambiente, la giustizia sociale e climatica ed il benessere animale.
Con politici adeguati e il coinvolgimento della comunità, Torino può affrontare il cambiamento climatico e costruire un futuro migliore, sostenibile e resiliente per tutti i suoi abitanti!
#Siccità #CambiamentoClimatico #PAI
Fonti:>
- Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) - Report su Torino e il cambiamento climatico, con approfondimenti sugli impatti specifici e proiezioni future
- ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - Rapporto annuale sulle emissioni di gas serra e sull'inquinamento
- ARPA Piemonte - Analisi e dati sui livelli di inquinamento nella regione Piemonte, incluse misurazioni di PM10 e PM2.5 e rapporti annuali sulla qualità dell’aria
- Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) - Rapporti sugli eventi meteorologici estremi e sulle tendenze climatiche globali, utili per contestualizzare gli eventi estremi in Piemonte
- FAO - Food and Agriculture Organization - Dati sulle emissioni globali derivanti dall’agricoltura e dagli allevamenti intensivi e sull’impatto ambientale delle pratiche agricole
- Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica - Documenti ufficiali sui piani nazionali di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici in Italia, inclusi dati relativi alle regioni del Nord Italia.
- Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) - Studi sugli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute umana, con un focus su particolato fine e ozono, particolarmente rilevanti per l’area metropolitana di Torino
- Rapporto IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change - Il rapporto dell'IPCC fornisce un quadro completo e aggiornato sulle cause e le conseguenze del cambiamento climatico, con scenari di emissione e strategie di adattamento.