Un amico tradito: comincia la mattanza dei colombi a Torino

C’è una storia che pochi conoscono, una storia che ci riguarda tutti: quella del piccione, o Columba livia, come lo chiamano i biologi. Questo uccello, che oggi vediamo comunemente svolazzare nelle nostre piazze e sui balconi delle città, ha una lunga storia di amicizia con l’uomo.

Il piccione, infatti, ha aiutato l’uomo per secoli. Addomesticato circa 3 mila anni fa in Medio Oriente (Palestina) e utilizzato come messaggero durante le guerre, nelle competizioni sportive, e persino per salvare vite umane, il piccione ha servito l’umanità con lealtà e dedizione.

Nella Prima e Seconda Guerra Mondiale in particolare, piccioni addestrati salvarono vite umane, consegnando messaggi vitali per le operazioni militari. Celebri sono le storie di piccioni decorati per il loro coraggio, come Cher Ami, un piccione eroe che salvò un battaglione americano nel 1918 .

I piccioni sono animali altamente sociali e fedeli al proprio partner. Una volta formata una coppia, restano insieme per tutta la vita. Non solo, ma scelgono con cura il proprio nido e tendono a tornare sempre nello stesso luogo, perché quel posto rappresenta sicurezza e stabilità.

Per chi pensa che siano solo animali senza sentimenti, sappiate che sono animali che soffrono, che provano gioia quando vedono il loro compagno tornare al nido e tristezza quando non lo trovano. Sono uccelli che conoscono l’amicizia e l’amore, proprio come noi esseri umani.

Non solo sono fedeli al loro partner, ma lo sono anche al loro nido. Una volta scelto un luogo per la nidificazione, i piccioni tendono a tornare lì anno dopo anno, perché quel luogo rappresenta sicurezza e stabilità.

Si tratta di animali che cercano conforto nella familiarità, provando emozioni simili a quelle che conosciamo noi umani.

Purtroppo, nonostante questi legami profondi e la lunga storia di collaborazione con l’uomo, i piccioni sono stati traditi. Dopo aver servito per secoli come messaggeri e alleati, oggi vengono spesso trattati come parassiti delle città.

Questa percezione distorta ha portato a politiche di controllo cruenti e disumane.

La delibera approvata dalla Città Metropolitana di Torino per il controllo della popolazione dei piccioni, che prevede il loro abbattimento in massa, rappresenta il culmine di questo tradimento.

Un provvedimento che non considera i legami che abbiamo condiviso con questi uccelli, né la sofferenza che provocherà loro.

Il tradimento di un amico: il piano di abbattimento dei piccioni a Torino

Il Piano di Controllo del Colombo 2024-2029, approvato dalla Città Metropolitana di Torino, stabilisce metodi brutali per la gestione della popolazione dei piccioni.

Tra le tecniche proposte ci sono l’utilizzo di gabbie trappola, che catturano gli uccelli per poi sopprimerli, e metodi di abbattimento cruenti che infliggeranno sofferenze indicibili a questi animali.

Si parla di un problema igienico-sanitario e di danni agli edifici storici, ma si sceglie una soluzione violenta e disumana, ignorando completamente il diritto alla vita di questi uccelli.

Il piano, sostenuto dalla Giunta, è stato giustificato come necessario per ridurre la presenza di piccioni in aree critiche della città.

Eppure, non si può fare a meno di chiedersi: perché si è fatto così poco prima di arrivare ad una soluzione così cruenta? È possibile che questo piano sia una risposta alla mancanza di visione a lungo termine nella gestione della fauna urbana?

La delusione politica: tutti d’accordo per il massacro

Quello che desta ancora più sconcerto è il consenso politico trasversale che ha accompagnato questa decisione. Nessun partito si è opposto con forza alla delibera.

Si potrebbe pensare che, almeno in una città come Torino, che si fregia di essere attenta al benessere animale, ci sarebbe stata una forte resistenza.

Ma purtroppo, sembra che la via più facile e immediata sia stata quella di rimuovere il “problema” con una traslocazione cervicale (uno dei metodi “eutanasici” scelti per la soppressione dei colombi) , anziché cercare soluzioni più lungimiranti e compassionevoli.

Nessuno si è davvero messo nei panni dei piccioni o ha ascoltato le numerose proposte alternative che le associazioni animaliste hanno avanzato.

Meglio uccidere che trovare soluzioni etiche e sostenibili. Ancora una volta, il silenzio della politica parla di una mancanza di empatia, di un’incapacità di vedere oltre le soluzioni temporanee.

La delibera che strizza l’occhio ai “selecontrollori

Nella sezione dedicata alle aree extraurbane, la delibera per il controllo dei piccioni si addentra in un territorio particolarmente inquietante: la soppressione tramite colpi di fucile.

Secondo il piano di controllo per il periodo 2024-2029, nelle campagne e nelle zone rurali della città metropolitana di Torino, oltre alle gabbie trappola, si autorizza l’uso del fucile per abbattere i colombi.

Questo passaggio non fa altro che strizzare l’occhio ai cacciatori o per meglio dire ai “selecontrollori formati ed autorizzati, che saranno ben felici di poter sparare legalmente a un’altra specie.

Un modo per mascherare la caccia sotto il velo della “gestione faunistica”.

I selecontrollori venatori troveranno nella delibera una scappatoia legale per esercitare la loro passione in nome del controllo delle specie, purtroppo senza tenere conto del fatto che la sofferenza degli animali rimane la medesima, e che si promuove ancora una volta l’eliminazione violenta come unica soluzione.

Se da una parte l’amministrazione cerca di giustificare queste scelte come necessarie per il benessere pubblico, dall’altra ci si domanda: è davvero questa l’unica strada percorribile?

Non si poteva fare diversamente? Di sicuro i cacciatori ne saranno felici (qui il nostro articolo sulla Caccia), ma noi dobbiamo chiederci: questo è il futuro che vogliamo per il nostro territorio?

Alternative non cruente e poco considerate

Eppure, le alternative esistono e sono state suggerite da più parti, inclusa la sezione di Torino del Partito Animalista Italiano (PAI). In diverse città del mondo, soluzioni etiche ed efficaci per il controllo della popolazione dei piccioni sono state adottate con successo.

Ecco alcune delle proposte etiche che Torino avrebbe potuto prendere in considerazione:

  1. Controllo delle nascite: l’uso di mangimi anticoncezionali per ridurre la capacità riproduttiva dei piccioni. Questa tecnica è già stata sperimentata con successo in città come Barcellona e Venezia, dove ha dimostrato di essere efficace nel contenere la popolazione senza causare sofferenza agli animali.
  2. Nidificazione controllata: creare spazi specifici per la nidificazione, in cui è possibile monitorare la popolazione e rimuovere le uova in eccesso in modo controllato. In questo modo, la crescita demografica dei piccioni può essere gestita senza la necessità di abbattimenti.
  3. Dissuasori non letali: sistemi come reti o ultrasuoni sono già utilizzati in molte città per impedire ai piccioni di accedere a determinate aree senza arrecare loro danno. Questi strumenti offrono una soluzione pratica e compassionevole, e potrebbero essere facilmente implementati anche a Torino.
  4. Infine, l’educazione pubblica gioca un ruolo cruciale nella gestione della popolazione dei piccioni. Molto spesso, i piccioni sono incoraggiati a riprodursi in modo incontrollato proprio perché vengono nutriti dai cittadini, senza che questi comprendano le conseguenze di questo gesto. Campagne di sensibilizzazione potrebbero ridurre notevolmente il problema alla radice, spiegando l’importanza di non alimentare i piccioni in modo indiscriminato.

Queste soluzioni avrebbero permesso di ridurre la popolazione dei piccioni in modo graduale e rispettoso della loro vita, eppure sono state prese solo parzialmente in considerazione e attuate senza un strategia sistemica (i Comuni interessati dovevano emanare ordinanze di divieto di foraggiamento e di obbligo di chiusura dei siti di potenziale nidificazione presenti negli edifici pubblici e privati).

Perché? La risposta sembra risiedere in una mancanza di visione politica, una mancanza di interesse per una gestione lungimirante della fauna urbana.

Abbiamo bisogno di una politica etica e sostenibile che anticipi i problemi

Torino merita una politica che sappia anticipare i problemi, non che li affronti con gabbie tortura e colpi di lupara.

La gestione della fauna urbana non può ridursi all’eliminazione degli animali che consideriamo “fastidiosi”. Dobbiamo imparare a convivere con gli altri esseri viventi in modo pacifico, rispettando i loro diritti e il loro ruolo nell’ecosistema urbano.

I piccioni sono parte integrante delle città italiane e meritano di essere trattati con rispetto. Non possiamo continuare a tradire quegli animali che abbiamo addomesticato e da cui abbiamo tratto beneficio.

#Votare per politici che abbiano una visione etica e sostenibile significa garantire che questi tradimenti non si ripetano. Significa scegliere una gestione urbana che sia rispettosa di tutte le forme di vita. Significa essere consapevoli e voler cambiare le cose.

Il massacro dei piccioni a Torino è l’ennesimo favore a un sistema che vede la violenza come unica soluzione. Ma non è così che si risolvono i problemi. Non con la violenza, ma con la compassione e la lungimiranza.

È ora di agire. È ora di eleggere leader illuminati, che abbiano il coraggio di difendere il nostro territorio e tutti gli esseri viventi che lo popolano!

#VOTOCONSAPEVOLE #COLOMBI

Appuntamenti

 

Ci vediamo il 7 dicembre 2024, dalle ore 15.00 alle 18.00, a PIAZZA CASTELLO (TO), per MANIFESTARE contro la strage di piccioni nella Città Metropolitana di Torino.

La manifestazione vedrà protagoniste le organizzazioni e le associazioni animaliste del territorio torinese!

#DirittiAnimali

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