Sicurezza a Torino: nel 2024 ci piazziamo al 5° posto della classifica delle città più pericolose.

La sicurezza urbana è da sempre una delle priorità fondamentali per i cittadini di Torino.

Recenti avvenimenti e dichiarazioni hanno riportato al centro del dibattito pubblico l’importanza di affrontare le sfide legate alla sicurezza in modo serio e strutturato.

Secondo l’Indice della Criminalità 2024 de Il Sole 24 Ore, le prime dieci città italiane per numero di reati denunciati ogni 100.000 abitanti sono:

  1. Milano: 7.093,9 denunce ogni 100.000 abitanti.
  2. Roma: 6.071,3 denunce ogni 100.000 abitanti.
  3. Firenze: 6.053,8 denunce ogni 100.000 abitanti.
  4. Rimini: 6.002,8 denunce ogni 100.000 abitanti.
  5. Torino: 5.685,1 denunce ogni 100.000 abitanti.
  6. Bologna: 5.539,3 denunce ogni 100.000 abitanti.
  7. Prato: 4.887,9 denunce ogni 100.000 abitanti.
  8. Imperia: 4.838,5 denunce ogni 100.000 abitanti.
  9. Venezia: 4.825,1 denunce ogni 100.000 abitanti.
  10. Livorno: 4.743,9 denunce ogni 100.000 abitanti.

Secondo la classifica de Il Sole 24 Ore, quindi, nel 2024 Torino si posiziona al quinto posto tra le città più pericolose d’Italia, con 5.685,1 denunce ogni 100.000 abitanti.

Se scendiamo nel dettaglio delle tipologie di reato, ci distinguiamo per furti e rapine:

  • rapine in esercizi commerciali – primo posto
  • truffe e frodi informatiche – primo posto
  • danneggiamenti – primo posto
  • furto con strappo – terzo posto
  • rapine – quinto posto
  • furti – sesto posto

Sicurezza e vivibilità: una sfida complessa

Torino, come molte altre grandi città italiane, affronta sfide crescenti legate alla microcriminalità, al degrado urbano e alla percezione di insicurezza.

La presenza di fenomeni come lo spaccio di droga, il vandalismo e la piccola delinquenza non solo mette a rischio la sicurezza reale dei cittadini, ma erode anche il senso di fiducia nella capacità delle istituzioni di garantire un ambiente sicuro.

Le periferie torinesi sono spesso indicate come aree particolarmente critiche.

Tuttavia, anche alcune zone del centro cittadino, presentano problematiche legate al traffico di droga e alla criminalità.

Questi quartieri, spesso caratterizzati da una mancanza di servizi e spazi pubblici ben curati, diventano terreno fertile per attività illecite.

Secondo un recente rapporto, quasi il 30% degli italiani considera la microcriminalità uno dei problemi principali del proprio quartiere, un dato che rispecchia chiaramente la situazione di Torino.

La sicurezza urbana nel programma del PAI per le elezioni di Torino 2026

Il Partito Animalista Italiano (PAI) di Torino ha incluso la sicurezza nel proprio programma come uno dei punti chiave per le elezioni cittadine del 2026.

Questo approccio si basa sull’idea che la sicurezza non sia un tema isolato, ma debba essere affrontata in un quadro di politiche integrate che comprendano la tutela dell’ambiente, la rigenerazione urbana e il rispetto per ogni forma di vita.

Nel programma del PAI, disponibile sul blog Elezioni Torino, si sottolinea come una città sicura sia una città più verde, inclusiva e rispettosa di tutti gli esseri viventi.

“La sicurezza è un diritto fondamentale ma deve essere garantita con interventi intelligenti, che mettano al centro il benessere della comunità, umana e non. È impensabile costruire una città sicura senza affrontare anche il degrado ambientale e sociale che spesso alimenta la criminalità.”

PAI TORINO

Esempi di buone pratiche: lezioni dall’Italia e dall’Europa

Torino può guardare ad altre città italiane ed europee per trovare ispirazione su come affrontare in modo efficace le sfide legate alla sicurezza urbana:

  • Barcellona e la polizia di prossimità
    Barcellona ha implementato un modello di “polizia di prossimità”, con agenti che operano in modo continuativo nei quartieri, costruendo un rapporto di fiducia con i cittadini. Questo approccio ha portato a una riduzione significativa dei reati minori e a un miglioramento della percezione di sicurezza.

 

  • Parigi e la riqualificazione urbana
    Parigi ha investito massicciamente nella riqualificazione delle aree degradate, trasformandole in spazi verdi e attrattivi per famiglie e giovani. Questo tipo di intervento non solo riduce il degrado urbano, ma crea anche un senso di comunità che scoraggia la criminalità.

 

  • Amsterdam e la prevenzione sociale
    Amsterdam si distingue per i suoi programmi di prevenzione sociale, che coinvolgono scuole, associazioni locali e servizi sociali nel monitoraggio dei giovani a rischio e nella promozione di attività culturali e sportive. Questo modello ha dimostrato di essere particolarmente efficace nel ridurre il vandalismo e la delinquenza giovanile.

 

  • Londra e le telecamere di sorveglianza
    Londra ha implementato un sistema di sorveglianza avanzato con telecamere distribuite strategicamente in tutta la città. Sebbene questo approccio sollevi questioni di privacy, i risultati in termini di deterrenza e individuazione dei reati sono stati significativi.

Proposte per una Torino più sicura

Torino ha tutte le potenzialità per diventare un modello di sicurezza urbana in Italia, ma è necessario un intervento deciso e coordinato. Ecco alcune proposte concrete che arrivano dal Partito Animalista di Torino e da altre realtà associative del territorio:

  1. Aumento della presenza delle forze dell’ordine e la polizia di quartiere
    Aumento della presenza delle forze dell’ordine nelle aree più critiche delle città e introduzione di unità di polizia dedicate ai singoli quartieri, con un focus particolare sulle aree periferiche. Questo approccio favorirebbe una presenza costante e rassicurante delle forze di polizia.
  2. Rigenerazione urbana
    Investire nella riqualificazione delle aree degradate, creando spazi verdi, illuminazione adeguata e infrastrutture per il tempo libero. Un ambiente curato riduce il senso di abbandono e scoraggia la criminalità.
  3. Collaborazione con la cittadinanza
    Promuovere iniziative di coinvolgimento comunitario, come assemblee di quartiere e programmi di volontariato, per rafforzare il senso di appartenenza e responsabilità collettiva.
  4. Tecnologie avanzate
    Implementare tecnologie innovative, come app per la segnalazione di attività sospette e sistemi di monitoraggio ambientale, per migliorare la capacità di prevenzione e intervento.
  5. Educazione e prevenzione
    Avviare programmi educativi nelle scuole per sensibilizzare i giovani sui temi della legalità e del rispetto reciproco, prevenendo così comportamenti a rischio.

Un invito all’azione per tutti

La sicurezza è una priorità per i cittadini torinesi, ma richiede un impegno collettivo e strategie innovative per essere garantita.

Il Partito Animalista di Torino, anche in previsione delle future elezioni comunali del 2026, insieme ad altre realtà ambientaliste e animaliste della città, si impegna a promuovere politiche che coniughino sicurezza, sostenibilità e rispetto per tutti gli esseri viventi.

Torino ha la possibilità di trasformarsi in un esempio virtuoso di città sicura e inclusiva, ma per farlo è necessario che i cittadini e le istituzioni lavorino insieme.

E’ necessario che il voto sia consapevole. E’ necessario che l’elettore sia pronto a dare fiducia a chi ha a cuore la città di Torino e tutti gli esseri viventi che la popolano.

Vi invitiamo a seguire il blog Elezioni Torino per rimanere aggiornati sulle proposte e i programmi dei partiti che mettono al centro la sicurezza e la qualità della vita.

“Il cambiamento è possibile, ma dipende da ognuno di noi.”

#SicurezzaTorino #PrimaGliIndifesi

N.O.E.T.A.A. – Un faro di speranza per animali e ambiente a Torino.

In un mondo sempre più segnato dall’emergenza ambientale e dall’indifferenza verso il benessere degli animali, esistono realtà che brillano come fari di speranza. N.O.E.T.A.A., acronimo di Nucleo Operativo Ecologico Tutela Animali e Ambiente, è una di queste.

L’organizzazione, nata con l’obiettivo di difendere il territorio e garantire il rispetto dei diritti degli animali, rappresenta una voce forte e determinata nel panorama italiano.

La Missione di N.O.E.T.A.A

N.O.E.T.A.A. si distingue per il suo impegno a 360 gradi nella tutela della natura e degli animali. Dalle attività di sensibilizzazione sul rispetto dell’ambiente e del patrimonio faunistico, al contrasto del bracconaggio e delle pratiche di sfruttamento animale, questa organizzazione si dedica con passione a combattere le ingiustizie e a promuovere una convivenza più etica con tutte le forme di vita.

Ma il loro impegno non si ferma qui. N.O.E.T.A.A. svolge anche un’importante attività di formazione, incoraggiando i cittadini a diventare protagonisti attivi del cambiamento, attraverso il volontariato e l’aspirazione a diventare guardie ecozoofile.

Questo ruolo cruciale permette di vigilare sul territorio, contrastare il maltrattamento degli animali e intervenire a difesa dell’ambiente.

Un impegno straordinario a Torino

A Torino, sotto la guida della presidente provinciale di Laura Arlandi, N.O.E.T.A.A. TORINO ha raggiunto traguardi significativi.

Con il loro lavoro, non solo hanno difeso numerosi animali da condizioni di maltrattamento e abbandono, ma hanno anche svolto un ruolo chiave nella protezione del territorio e nella lotta contro il degrado ambientale.

Inoltre, nel territorio torinese, N.O.E.T.A.A. ha un gruppo di volontari che si adopera per la ricerca di animali smarriti con l’aiuto di cani molecolari, droni, visori termici, gabbie trappola e foto trappole.

Grazie al loro impegno, la città e la sua area metropolitana hanno beneficiato di una maggiore sensibilizzazione verso tematiche cruciali come il rispetto per la fauna locale e la sostenibilità ambientale.

Laura e il suo team rappresentano un esempio di dedizione e determinazione, lavorando instancabilmente per garantire che il territorio di Torino rimanga un luogo sicuro e accogliente, sia per gli animali che per le persone.

Un appello ai cittadini e alla politica: sosteniamo chi si impegna per il nostro futuro

Invitiamo tutti i cittadini di Torino sensibili alle tematiche ambientali e animaliste a sostenere N.O.E.T.A.A. e le realtà simili che operano sul nostro territorio.

Il loro lavoro non è solo fondamentale per garantire un futuro migliore a tutti gli esseri viventi, ma è cruciale per proteggere il nostro fragile ecosistema.

Avvicinarsi alle loro attività di volontariato significa fare la differenza, diventando parte attiva di un cambiamento positivo e necessario.

Chi lo desidera, inoltre, ha la possibilità di formarsi come guardia ecozoofila: un ruolo che unisce la passione per la difesa dell’ambiente a un impegno concreto per la tutela degli animali.

Grazie alla Legge 189/2004, le guardie ecozoofile hanno la qualifica di polizia giudiziaria, il che consente loro di agire con maggiore incisività contro i reati perpetrati ai danni degli animali.

Ma non basta il solo impegno dei cittadini. Serve una politica più attenta e un’amministrazione locale capace di riconoscere il valore di queste realtà e di offrire loro un maggiore supporto.

Le organizzazioni come N.O.E.T.A.A., che si dedicano con dedizione alla protezione del territorio, dell’ambiente e degli animali, meritano più attenzione e sostegno da parte delle istituzioni. È necessario incrementare il supporto logistico, migliorare le condizioni operative e garantire un adeguato sostentamento per il lavoro svolto.

Ad esempio, il Partito Animalista di Torino ha già inserito nel proprio programma l’impegno a favore di realtà come N.O.E.T.A.A., includendo azioni concrete come:

  • Sensibilizzazione della cittadinanza a unirsi e sostenere queste associazioni;
  • Miglioramento delle condizioni operative delle guardie ecozoofile e delle organizzazioni che difendono il territorio;
  • Maggiore supporto logistico e fondi dedicati per facilitare e ampliare il loro raggio d’azione.

Come cittadini e comunità, dobbiamo essere protagonisti di questo cambiamento, e come politica, è necessario agire concretamente per potenziare chi ogni giorno si batte per il benessere di tutti e la salvaguardia dell’ambiente.

N.O.E.T.A.A. è la dimostrazione di come passione e impegno possano creare una società più giusta, compassionevole e rispettosa per tutti gli esseri viventi. Con il sostegno di tutti, possiamo rendere Torino un modello di etica e progresso per il resto del paese!

Contatti

Per maggiori informazioni su N.O.E.T.A.A., le loro attività e su come contribuire al loro lavoro straordinario, è possibile contattarli attraverso i seguenti canali:

Email: noetaaprovtorino@gmail.com
Telefono: 0039 – 3514050866
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#NOETAATORINO #DIRITTIANIMALI

Il programma del nuovo Partito Animalista Italiano di Torino: il ritorno di un movimento politico necessario.

Torino è pronta a una nuova era di attenzione e tutela verso l’ambiente e gli animali. Con il ritorno del Partito Animalista Italiano (PAI) sulla scena politica torinese, prende vita un movimento che mira a un cambiamento profondo, guidato da una visione che abbraccia sia il benessere degli animali sia la salvaguardia del nostro ambiente.

In un contesto in cui la crisi climatica e i diritti animali sono diventati temi cruciali, il PAI si impegna a dare voce a coloro che per troppo tempo sono rimasti inascoltati: gli animali e gli attivisti che combattono per un mondo migliore.

Un programma nazionale ambizioso: il Partito Animalista Italiano all’avanguardia

Il programma del Partito Animalista Italiano (PAI) è un progetto ambizioso e unico, ricco di iniziative pensate per rivoluzionare il panorama politico nazionale e locale in tema di ambiente, diritti degli animali e sostenibilità.

L’obiettivo è quello di rivoluzionare profondamente l’approccio alla questione ambientalista ed animalista, facendo emergere un modello più etico e consapevole, a misura d’istituzione locale. L’idea è di rendere ogni città italiana, Torino in particolare, un esempio virtuoso per il resto del Paese.

A livello nazionale, il PAI promuove misure mirate a proteggere tutti gli animali, domestici e da reddito, affrontando tematiche spesso ignorate o trattare superficialmente da altre realtà politiche, come il reale benessere degli animali, il divieto di pratiche cruente come la caccia e la vivisezione, e la cessazione dello sfruttamento dei esseri viventi senzienti in circhi e zoo.

Inoltre, il partito spinge per la conversione graduale verso un’agricoltura sostenibile e una riduzione significativa del consumo di carne, accompagnata dalla promozione di un’alimentazione a base vegetale nelle strutture pubbliche e nelle scuole.

Il programma nazionale del PAI include anche proposte per una gestione più responsabile delle risorse naturali, per combattere il cambiamento climatico e per incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili. In questa visione, la transizione ecologica non è solo una necessità, ma un’opportunità per creare una società più equa e rispettosa di ogni forma di vita.

Per approfondire tutte le iniziative e scoprire i dettagli dell’agenda politica nazionale del PAI, è possibile consultare il programma completo qui!

Un Programma per Torino: tre grandi temi e otto punti di forza

Il Partito Animalista Italiano (PAI) porta a Torino una serie di proposte ambiziose, orientate alla sostenibilità e al rispetto per ogni forma di vita, con l’obiettivo di trasformare la città in un modello di giustizia sociale e ambientale.

I punti del programma sono suddivisi in tre importanti tematiche: benessere animale, aria pulita e trasporti sostenibili, sicurezza pubblica e giustizia sociale.

Nelle prossime settimane verrà pubblicata, sempre sul blog elezioni Torino la piattaforma programmatica, che entrerà nel dettaglio dei temi e promuoverà il confronto con i cittadini.

Ci troviamo di fronte ad un’agenda politica concreta ed organica, che mira a coinvolgere tutti e a migliorare la qualità della vita nella nostra città.

Il PROGRAMMA DEL PAI TORINESE

Benessere animale:

1. Protezione e benessere animale

Implementazione e aggiornamento delle normative comunali per garantire una protezione efficace agli animali e prevenire ogni forma di maltrattamento.

Ad esempio, verrà vietato l’accattonaggio con animali di qualsiasi specie e qualsiasi età, eliminando così il limite salvifico dell’età superiore ai 180 giorni. Saranno introdotte sanzioni più severe per chi viola il benessere animale.

Fondamentale sarà il rafforzamento dei controlli in collaborazione con la polizia locale, l’ASL e le guardie ecozoofile. 

Saranno promosse iniziative per sensibilizzare i cittadini a sostenere e unirsi alle organizzazioni animaliste e ambientaliste che svolgono funzioni di controllo.

Inoltre, si lavorerà per migliorare le condizioni operative delle guardie ecozoofile e delle associazioni impegnate nella difesa del territorio, garantendo loro un maggiore supporto logistico e fondi dedicati per ampliare e facilitare le loro attività.

Parallelamente, verranno incentivati programmi di adozione, accompagnati da campagne educative mirate a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza di una cura responsabile e rispettosa degli animali.

  • Stop ai Circhi con animali vivi su tutto il territorio della metropoli. Promozione di forme di spettacolo rispettose degli animali e dell’ambiente.
  • Graduale riduzione degli allevamenti intensivi sul territorio metropolitano, con incentivi per aziende che adottano pratiche cruelty-free e rispettose dell’ambiente, del benessere animale e della qualità dell’aria che respiriamo.

 

2. Divieto di caccia – Tutela degli animali selvatici e controllo del territorio. Peste suina africana (PSA).

Divieto di caccia nel territorio metropolitano di Torino, o, nei limiti delle competenze in materia di regolamentazione dell’attività venatoria della Città Metropolitana di Torino, massima limitazione del territorio e del periodo di caccia.

Il divieto di caccia si collega al punto del programma sulla sicurezza pubblica nel territorio della città metropolitana. La caccia, ormai esercitata anche presso le aree urbane, ha fatto più di 220 morti negli ultimi 10 anni, senza contare i feriti.

Creazione di un numero sempre maggiore aree protette dove gli animali selvatici possano vivere senza minacce e in armonia con il loro habitat naturale. Saranno implementati sistemi di gestione con censimenti periodici per monitorare le popolazioni animali e garantire un controllo efficace della fauna selvatica.

Particolare attenzione sarà dedicata alla gestione della popolazione dei cinghiali, attraverso metodi non violenti che includano l’installazione di recinzioni moderne e controllate, e protocolli sanitari rigorosi per prevenire e contenere emergenze come la peste suina africana.

Verranno potenziati i servizi veterinari specializzati e istituiti protocolli di intervento rapido per il recupero dell’animale deceduto e la cura di quelli feriti o in difficoltà, con un approccio etico e rispettoso dell’ecosistema.

La riduzione degli allevamenti intensivi sul territorio metropolitano sarà integrata in questa strategia, affrontando le cause profonde dell’insostenibilità del sistema e contribuendo a un miglioramento della salute pubblica e ambientale.

 

Aria pulita e trasporti sostenibili:

3. Alimentazione sostenibile e riduzione degli allevamenti intensivi sul territorio metropolitano.

Promozione di menù plant-based nelle mense scolastiche e comunali per offrire alternative cruelty-free e sostenibili. Campagne di sensibilizzazione per educare studenti e cittadini sull’importanza di scelte alimentari consapevoli, sane e rispettose dell’ambiente. Lotta contro l’apartheid alimentare, garantendo accesso a opzioni sane e sostenibili nelle zone svantaggiate del territorio torinese.

Graduale riduzione degli allevamenti intensivi sul territorio metropolitano, con incentivi per aziende che adottano pratiche cruelty-free e rispettose dell’ambiente, del benessere animale e della qualità dell’aria che respiriamo.

La riduzione di questi sistemi d’allevamento insostenibili è necessaria, oltre che per motivi etici ed ambientali, anche per arginare l’impatto sul territorio di malattie animali epidemiche, come la peste suina africana.

 

4. Trasporti e mobilità sostenibile

In un’ottica di sostenibilità, di riduzione dell’inquinamento cittadino e di decongestione del traffico veicolare, potenziamento del trasporto pubblico su gomme ed elettrico, ampliando la rete di autobus e tram a basse emissioni e promuovendo un sistema di car sharing accessibile.

Diminuzione immediata del costo dei biglietti e degli abbonamenti al trasporto pubblico cittadino, urbano ed extraurbano.

 

5. Sostenibilità ambientale, degrado urbano e gestione dei rifiuti

Lotta all’inquinamento atmosferico e acustico attraverso nuove regole per la limitazione del traffico veicolare, (soprattutto dei mezzi particolarmente inquinanti), il potenziamento delle aree verdi, la piantumazione di alberi e vegetazione autoctona per migliorare la qualità dell’aria e il paesaggio cittadino.

Lotta al degrado urbano con riqualificazione delle aree pubbliche delle zone più periferiche e abbandonate, trasformandole in spazi verdi, sicuri e fruibili per la comunità, favorendo l’integrazione sociale e migliorando la qualità della vita dei cittadini.

Gestione dei rifiuti con particolare attenzione al miglioramento della raccolta differenziata e ai servizi di pulizia delle strade pubbliche.

 

Sicurezza pubblica e giustizia sociale:

6. Sicurezza pubblica e integrazione sociale

Aumentare la presenza delle forze dell’ordine e della polizia locale nelle aree più sensibili della città, per garantire la sicurezza dei cittadini, rafforzando i controlli nelle aree verdi e parchi pubblici.

Polizia di quartiere: introduzione di unità di polizia dedicate ai singoli quartieri, con un focus particolare sulle aree periferiche.

Divieto di caccia nel territorio metropolitano al fine di garantire la sicurezza pubblica.

Promuovere l’integrazione sociale con servizi di assistenza per le famiglie, spazi di aggregazione per i giovani e iniziative culturali che favoriscano la coesione e il rispetto reciproco tra i residenti, creando comunità più sicure e inclusive.

Lotta all’apartheid alimentare, garantendo accesso a opzioni sane e sostenibili nelle zone svantaggiate del territorio torinese.

 

7. Educazione e consapevolezza sociale

Creazione di percorsi educativi per diffondere la consapevolezza ambientale e il rispetto per tutte le specie, con incontri e progetti a tema animale e ambientale nelle scuole e nelle università.

Saranno attivati programmi di adozione a distanza per animali in rifugi e santuari, consentendo ai cittadini di sostenere economicamente animali salvati e avvicinandoli a una cultura di empatia e responsabilità verso tutti gli esseri viventi.

 

 

8. Sperimentazione di un reddito di cittadinanza comunale. Super assessorato alle politiche sociali e ambientali. Bonus animali.

Il PAI propone anche di sperimentare un reddito di cittadinanza comunale per supportare i cittadini in condizioni di povertà assoluta certificata.

Iniziative simili sono già state attuate in altre città europee, come Barcellona e Utrecht, con l’obiettivo di offrire una rete di sicurezza per le fasce più deboli della popolazione.

Secondo l’ultimo rapporto della Caritas, a Torino ci sono circa 27.000 persone che vivono in povertà assoluta, una situazione che richiede interventi immediati e concreti. Il PAI crede fermamente che un piano di supporto economico, abbinato a misure di inclusione attiva, possa contribuire a migliorare le condizioni di vita di molti torinesi.

E’ prevista la creazione di un super assessorato dedicato esclusivamente alle politiche sociali e ambientali. Quest’ultimo avrà il compito di gestire la sperimentazione del reddito di cittadinanza comunale e coordinare tutte le iniziative di supporto per chi si trova in condizioni di disagio economico e sociale.

È previsto inoltre un supporto economico, sotto forma di bonus, per le famiglie in difficoltà che abbiano animali a carico, assicurando che ogni animale abbia accesso a cure e a una vita dignitosa.

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Questi sono i temi e i punti che il Partito Animalista Italiano propone per Torino.

Nelle prossime settimane, sempre su questo blog, il PAI torinese, oltre a lanciare una piattaforma programmatica, dove i cittadini potranno approfondire ciascun punto dell’agenda politica, conoscerne i dettagli e dare il proprio contributo con proposte e commenti, pubblicherà un articolo dove approfondirà il tema delle coperture economiche e finanziarie a sostegno del programma.

Un Partito che collabora: Il PAI e le associazioni del territorio

Il Partito Animalista Italiano non vuole lavorare da solo. A Torino, il PAI collaborerà attivamente con associazioni e movimenti che condividono la stessa visione per il benessere animale e la tutela ambientale. Questo approccio collaborativo è essenziale per ampliare l’impatto delle iniziative del PAI e creare una rete solida e unificata di sostegno per la causa animalista e ambientalista.

Programmi di educazione e consapevolezza

Tra i punti fondamentali del PAI spiccano i programmi di educazione e sensibilizzazione. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza sul benessere animale e promuovere una cultura di empatia e responsabilità.

La formazione partirà dalle scuole, per educare i più giovani al rispetto per tutte le forme di vita. Il PAI mira a organizzare eventi nelle scuole e università, promuovendo un contatto diretto tra i cittadini e le tematiche animaliste.

Il nuovo coordinatore del PAI torinese

La guida del PAI a Torino è affidata a Raul Camarda, un torinese d’adozione con un forte impegno per la causa ambientalista e animalista. Con una laurea in giurisprudenza e un background nel settore della comunicazione, Raul ha deciso di mettere la sua esperienza al servizio della politica locale, credendo fermamente nella necessità di fare politica per portare il messaggio ambientalista e animalista nelle istituzioni. Sotto la sua guida, il PAI Torino lavorerà per cambiare le cose e costruire un futuro sostenibile per la città.

Ogni passo verso un futuro più etico e sostenibile è un atto di amore e responsabilità, non solo verso gli esseri viventi più vulnerabili, ma anche verso noi stessi e le generazioni future. Che domani non dicano, voi sapevate e non avete fatto nulla”.

Una dichiarazione che, secondo Raul, sintetizza il bisogno urgente di mettere da parte la bagarre politica, unire le associazioni animaliste ed ambientaliste del territorio torinese e concentrarsi su ciò che conta veramente: pianificare il futuro, mettendo al centro il benessere di tutti, animali non umani compresi.

Il futuro della politica a Torino: un nuovo approccio

Il PAI punta a una politica innovativa, che vada oltre le ideologie tradizionali e si concentri sul benessere della comunità e dell’ambiente. Torino ha l’opportunità di diventare un modello di sostenibilità e di rispetto per gli animali, e il PAI è determinato a realizzare questa visione.

Unisciti al cambiamento – ISCRIVITI AL PARTITO ANIMALISTA. Chiunque voglia unirsi al Partito Animalista Italiano può iscriversi a questo link: TESSARAMENTO PAI 2025

Per maggiori informazioni è possibile contattare Raul Camarda:

  • Telefono: 0039 – 3272492764
  • Email: info.painorditalia@gmail.com
  • Pagina facebook PAI Torino: clicca qui

Voto consapevole: l’informazione che conta!

Parliamo di elezioni.

Un po’ presto! Direte.

Io invece dico che è già tardi. E che è necessario che ognuno di noi faccia il proprio dovere.

Che il diritto di voto sia anche un dovere è un fatto incontrovertibile: lo insegnano nelle scuole, nell’ora di educazione civica, e lo dice l’art. 48 della nostra Costituzione. Ce lo dicono i giornalisti nei quotidiani, gli intellettuali ospiti in tv, ce lo gridano perfino a casa i nostri figli, che hanno una coscienza politica decisamente più accentuata della nostra.

Ce lo ricordano tutti insomma. E questo perché in Italia, come in Europa, oggi il primo partito è l’astensionismo. E l’astensionismo non è un bene per chi voglia vivere in una società democratica, perché genera un vortice, all’interno del quale il non-voto è la reazione fisiologica alla frammentarietà dei partiti e alla precaria stabilità dei rapporti di forza, che a loro volta devono le ragioni della propria esistenza al deficit democratico generato dalla bassa affluenza alle urne.

Come interrompere, allora, il girotondo di questo cane che si morde la coda?

La risposta, quasi lapalissiana, che ci viene in mente immediatamente è: andando a votare.

Giusto?

Sbagliato.

Sebbene l’atto politico per eccellenza sia il voto, il primo vero atto politico, prodromico al voto stesso, è l’informazione. Tanto che a ben guardare l’atto politico per eccellenza non è tanto il voto in sé, ma il “voto consapevole“.

Ciò significa che la collettività non accetta semplicemente che si voti, ma pretende che alla base di quel voto ci sia una corretta informazione.

Secondo i dati del report “The non-vopter time bomb” condotta dal magazine portoghese Divergente in collaborazione con Edjnet, il maggior picco di astensionismo, durante le passate elezioni europee e nazionali si è stato registrato nei Paesi con il numero superiore di anziani e nelle regioni con bassi redditi, tassi di disoccupazione più elevati e maggiore incidenza di lavoratori agricoli.

Ciò significa che i maggiori astensionisti sono i cittadini di una certa età, in difficoltà economiche.

Quegli stessi anziani che hanno guidato le proteste del ’68, che hanno creduto nel cambiamento veicolato dalla pacifica contestazione, oggi sono delusi, disincantati.

La loro consapevolezza si è ancorata e chiusa nell’esperienza maturata in decenni di vita.

Esperienza che li ha visti attori-protagonisti capaci di far cadere, con la sola forza dell’indignazione, una Repubblica di ladri, per poi ritrovarsi comparse ai margini di una seconda Repubblica in cui la sottrazione di ricchezza ai cittadini è diventata legge.

Così l’ingiustizia ha generato rabbia, la rabbia ha stimolato la lotta, la lotta si è conclusa con una vittoria, che è esplosa in entusiasmo, che si è tuttavia presto spento, quando è stato chiaro a tutti che nella notte dei festeggiamenti, il nemico era uscito dal cavallo di legno e come un virus si era insinuato nelle trame della democrazia, erodendola dal di dentro.

Così il potere ha piegato l’Italia tutta, impartendole l’amara lezione che a volte anche quando si vince, si perde, e questo mina il senso stesso della lotta.

Ma davvero non ci resta che una ciotola di popcorn da sgranocchiare mentre nell’arena i meno peggio si contendono lo scranno?

I grandi strateghi della storia difficilmente si arrendevano. Facevano tesoro di vittorie e sconfitte e imparavano dai nemici.

E noi cosa abbiamo imparato dai nostri Governanti?

Abbiamo manifestato in piazza e abbiamo parlato di valori, mettendoci la faccia, mentre uno squallido governo dietro l’altro, indipendentemente dal colore, si impossessava dei nostri sogni mentre dormivamo, usando la legge.

Quella stessa legge che oggi la nostra costituzione ci consente sempre di cambiare, attraverso il voto.

Perché allora non liberare il nostro cavallo di Troia nel cuore delle istituzioni?

Finché i nostri governanti non riusciranno a mettere in atto ciò che progettano da anni, ne avremo gli strumenti.

Ci ha provato Renzi, con l’azzardo della riforma costituzionale, ed è stato mandato a casa, ci sta provando la Meloni, col premierato, proprio adesso, sotto i nostri occhi, e noi che faremo?

Ci consegneremo mani e piedi alla cosiddetta nuova “democratura” o difenderemo l’eredità dei nostri padri costituenti finché ne avremo i mezzi?

Io dico di usarla questa democrazia, finché ancora esiste, e dico di farlo attraverso il voto consapevole.

Solo così avremo ancora una chance di rimettere a posto le cose.

Allora la giusta domanda da porsi è: come si costruisce un voto consapevole?

Il mio intento è di realizzarlo insieme, raccogliendo informazioni di ogni sorta e soppesandone l’attendibilità.

Reperendole dal passato, dalla memoria storica che stiamo perdendo giorno dopo giorno; rintracciandole nel nostro presente, all’interno dei social, nei programmi politici delle reti neutrali, nelle lamentele dei nostri vicini di casa; chiedendoci infine che futuro vogliamo consegnare ai nostri figli.

A questo proposito invito tutti a guardare il famoso dialogo tra madre e figlia nel film con la Cortellesi “Figli”, in cui la protagonista accusa la generazione della madre di essersi mangiata il futuro delle generazioni successive, e la madre la invita a non alzare troppo la cresta con accuse e richieste perché gli anziani sono numericamente più forti e sono quelli che di fatto influenzano ogni aspetto della società contemporanea, tanto che, se acquisissero la giusta consapevolezza, potrebbero prendere definitivamente il controllo della scena nazionale.

Questo siparietto inizialmente fa sorridere, poi diventa amaro ed infine suscita sconcerto, ma certamente fa riflettere.

Penso che tutto sommato non mi dispiacerebbe, se questa presa di coscienza degli anziani avesse luogo.

Avremmo forse finalmente una società controllata da gentiluomini e da antichi valori.

Quanto sarebbe bello se questi antichi valori si unissero all’entusiasmo e alla speranza delle giovani generazioni.

A ben rifletterci una coalizione di anziani più giovani non è altro che un popolo.

Allora io dico: giovani, adulti, anziani, italiani tutti, svegliamoci! La prima cosa da fare è capire dove siamo collocati nella storia e cosa siamo chiamati ad impedire o a compiere.

Per comprenderlo leggiamo i libri, compriamo il giornale, andiamo al cinema, guardiamo il TG, seguiamo gli influencers di spessore, sediamoci a chiacchierare sul balcone coi nostri nonni, accendiamo un computer coi nostri nipoti!

Io non necessariamente giudico negativamente chi diserta le urne.

È un suo diritto. Rientra nel concetto più ampio di diritto di voto, che si manifesta anche nella libera scelta di non esprimere una preferenza.

Perciò anche il non-voto merita rispetto a mio parere, purché consapevole. Purché prodotto finale di un percorso di riflessione, che non può prescindere da una corretta analisi del rapporto costi-benefici.

Quello che non accetto, invece, è il non porsi le giuste domande. È chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie.

Perché un giorno saremo noi quelli dall’altra parte e qualcuno potrebbe chiederci dove eravamo e se abbiamo almeno provato a cambiare le cose!

“Informarsi è il primo atto politico da compiere”

Articolo scritto da:

– La Pensatrice –

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