Mal’Aria in città: il processo contro gli ex sindaci di Torino. Chi è il vero colpevole dell’inquinamento atmosferico?
Torino, una città iconica e moderna, simbolo del progresso industriale italiano, si trova oggi al centro di una battaglia contro uno dei problemi più devastanti del nostro tempo: l’inquinamento atmosferico.
Nel 2024, un processo clamoroso ha coinvolto tre ex sindaci della città – Piero Fassino, Sergio Chiamparino e Chiara Appendino – accusati di non aver fatto abbastanza per combattere lo smog che soffoca Torino.
Le accuse, mosse dalla magistratura, puntavano il dito contro anni di immobilismo delle amministrazioni cittadine, che secondo i querelanti non avrebbero adottato misure adeguate per contrastare l’inquinamento, contribuendo così a danni irreparabili alla salute dei cittadini.
Il processo ha avuto una risonanza mediatica straordinaria, e le aspettative erano alte. Tuttavia, il 4 luglio 2024, la sentenza ha sollevato gli ex sindaci da ogni responsabilità, prosciogliendoli dalle accuse.
La decisione del tribunale ha fatto discutere: da una parte, molti hanno espresso sollievo per la conclusione del caso, mentre altri hanno sottolineato che la sentenza non affronta il vero problema: un sistema malato che da decenni permette alle città di intossicare i propri abitanti con l’inquinamento atmosferico.
IL VERO COLPEVOLE
Il punto cruciale è che, pur se ci si concentra sulle responsabilità personali dei singoli politici, il vero colpevole è un sistema industriale e produttivo che produce inquinamento a livelli insostenibili.
Torino, come molte altre città italiane ed europee, è vittima di un modello di sviluppo che privilegia il profitto a breve termine rispetto alla salute e alla sostenibilità ambientale.
Il fallimento di questi sindaci è stato quello di non opporsi con la dovuta forza a questo modello, rimanendo immobili di fronte a un problema che peggiora giorno dopo giorno.
L’inquinamento atmosferico a Torino non è una questione recente. Già nel 2019, il capoluogo piemontese risultava tra le città più inquinate d’Italia e d’Europa.
L’accumulo di polveri sottili (PM10 e PM2.5) e di ossidi di azoto nell’aria ha raggiunto livelli preoccupanti, con superamenti costanti dei limiti stabiliti dall’Unione Europea.
Nonostante le critiche e i tentativi di adottare misure di limitazione del traffico, le amministrazioni locali si sono trovate spesso in difficoltà a bilanciare le esigenze economiche e industriali con la necessità di ridurre l’inquinamento.
Ma le parole, purtroppo, non bastano.
Per chi vive e respira l’aria di Torino, la situazione è quotidianamente palpabile. Non si tratta solo di una serie di numeri e statistiche astratte, ma di una sensazione tangibile che ognuno di noi prova la mattina appena esce di casa.
L’aria, densa e grigia, avvolge i polmoni con un odore metallico e sgradevole. Ogni respiro sembra un affronto al corpo: l’aria ci brucia le narici, irrita la gola e ci lascia una sensazione di pesantezza.
In pochi minuti, lo smog si insinua dentro di noi, lasciandoci spossati e con la testa pesante.
L’inquinamento a Torino e nella Pianura Padana: una questione di sopravvivenza
Torino si trova nel cuore della Pianura Padana, una delle aree più inquinate d’Europa. La conformazione geografica della “valle”, unita all’intensa attività industriale, agricola e alla densità del traffico veicolare, crea una “trappola” per le polveri sottili e altri inquinanti.
Questi si accumulano in grandi quantità, specialmente durante l’inverno, quando l’assenza di venti significativi impedisce all’aria di circolare e disperdere le sostanze nocive.
Le statistiche sono drammatiche. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inquinamento atmosferico è responsabile di circa 7 milioni di morti premature all’anno nel mondo.
A Torino, ogni anno si registrano nuovi casi di malattie legate all’esposizione prolungata all’inquinamento dell’aria, soprattutto tra i bambini, gli anziani e le persone fragili.
Uno studio condotto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente ha rivelato che i livelli di PM2.5 e PM10 a Torino superano regolarmente i limiti di sicurezza.
Queste particelle sono così minuscole che riescono a penetrare profondamente nei polmoni, causando una serie di gravi patologie.
Gli effetti dell’inquinamento sull’organismo umano sono molteplici e devastanti: dalle malattie respiratorie come l’asma e la bronchite cronica, ai tumori polmonari, fino a problemi cardiaci come l’infarto e l’ictus .
Ma non è tutto. L’inquinamento dell’aria può influire anche su aspetti più “quotidiani” della nostra vita, come la qualità del sonno e persino la libido.
Studi recenti hanno dimostrato che l’esposizione costante a livelli elevati di inquinanti atmosferici può portare a una riduzione della fertilità e del desiderio sessuale, con un impatto negativo sulla salute sessuale sia degli uomini che delle donne.
Non solo: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altri enti come l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), l’esposizione prolungata ad ossidi di azoto (NOx), emessi principalmente dai veicoli diesel, nelle aree urbane con alta densità di traffico, può causare danni al sistema respiratorio, soprattutto quello dei bambini, compromettendo il loro sviluppo polmonare.
Una ricerca condotta dall’Università di Stanford ha evidenziato come i bambini esposti a inquinanti atmosferici durante i primi anni di vita sviluppino una capacità polmonare ridotta rispetto ai coetanei che vivono in aree con aria più pulita.
A Torino, dove i livelli di ossidi di azoto sono tra i più alti d’Italia, questo è un dato allarmante che deve far riflettere.
Eppure, nonostante tutto questo, ci si continua a illudere che costruire nuove strade, aumentare la capacità industriale o favorire un traffico sempre più intenso siano simboli di progresso.
Ma che tipo di progresso è quello che avvelena i nostri polmoni e riduce la qualità della vita dei nostri figli? Questo non è progresso, è una marcia lenta verso la catastrofe.
Aria pulita: le proposte del Partito Animalista di Torino
La situazione a Torino è grave, ma non irreversibile. Altri paesi e città in tutto il mondo hanno già intrapreso iniziative coraggiose per ridurre l’inquinamento atmosferico, e Torino può imparare da questi esempi.
Ecco alcune soluzioni pratiche e realistiche, provenienti dall’agenda politica del Partito Animalista torinese, che la nostra città potrebbe adottare per migliorare la qualità dell’aria e proteggere la salute dei suoi cittadini:
– Migliorare il trasporto pubblico e promuovere la mobilità sostenibile
Città come Copenaghen e Amsterdam hanno dimostrato che investire in infrastrutture per biciclette e mezzi di trasporto pubblico elettrico è una delle strategie più efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico.
Torino deve seguire l’esempio, ampliando la rete di piste ciclabili, incentivando l’uso di veicoli elettrici e ibridi e migliorando la frequenza e l’affidabilità del trasporto pubblico, riducendo il costo dei biglietti e degli abbonamenti.
Ridurre il traffico privato nelle zone centrali della città potrebbe portare a una significativa riduzione dei livelli di PM10 e NOx.
– ZTL più estese e rigide per i veicoli inquinanti
Londra ha introdotto la Ultra Low Emission Zone (ULEZ), un’area in cui solo i veicoli a basse emissioni possono circolare, con pesanti multe per chi viola le regole.
Anche Torino potrebbe adottare un sistema simile, estendendo le zone a traffico limitato (ZTL) e introducendo restrizioni più severe per i veicoli più inquinanti. Questo non solo migliorerebbe la qualità dell’aria, ma incoraggerebbe anche un cambio di abitudini nei cittadini.
– Potenziamento delle aree verdi urbane
Le aree verdi sono i polmoni delle città. Aumentare il numero di parchi, giardini e alberi in città può contribuire a ridurre le polveri sottili e migliorare la qualità dell’aria .
Torino ha bisogno di investire nella creazione e nella manutenzione di aree verdi urbane, con programmi di riforestazione urbana che coinvolgano anche i cittadini.
– Riduzione degli allevamenti intensivi
L’industria zootecnica, soprattutto nella Pianura Padana, è una delle principali fonti di emissioni di gas serra, tra cui il metano.
Un maggiore impegno nella promozione di alternative sostenibili come l’agricoltura biologica e la riduzione del consumo di carne può contribuire significativamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico in città.
Le soluzioni per invertire la rotta ci sono, e altre città nel mondo le hanno già applicate con successo. È il momento di agire concretamente, a partire da chi ci governa, con politiche che puntino al miglioramento della qualità dell’aria per il bene delle generazioni future.